La Commissione europea ha proposto soluzioni politiche e giuridiche per realizzare un’economia dei dati a livello di UE, nell’ambito della strategia per il mercato unico digitale presentata nel maggio 2015.
La Commissione affronta la questione perché l’UE non sta sfruttando in modo ottimale il suo potenziale in termini di dati. Per ovviare a questo è necessario rimuovere le restrizioni ingiustificate alla libera circolazione transfrontaliera dei dati eliminando inoltre diverse incertezze giuridiche. La comunicazione presentata oggi propone soluzioni politiche e giuridiche per realizzare l’economia europea dei dati. La Commissione ha inoltre avviato due consultazioni pubbliche e un dibattito con gli Stati membri e le parti interessate per definire le prossime fasi.
Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, ha dichiarato: “I dati dovrebbero poter circolare liberamente da un luogo all’altro, al di là delle frontiere e all’interno di uno spazio di dati unico. In Europa, l’accesso ai dati e il loro flusso sono spesso ostacolati dalle norme sulla localizzazione o da altre barriere tecniche e giuridiche. I dati devono essere usati se vogliamo che la nostra economia dei dati produca crescita e occupazione. L’uso dei dati richiede tuttavia la loro disponibilità e analisi. Dobbiamo adottare un approccio coordinato e paneuropeo per sfruttare al massimo le opportunità offerte dai dati, sulla base di solide norme UE atte a tutelare i dati personali e la privacy.”
Elżbieta Bieńkowska, Commissaria responsabile per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI, ha dichiarato: “I dati sono il motore della nuova economia. Per garantire il successo dell’Europa nella nuova era dell’economia industriale, abbiamo bisogno di un flusso di dati solido e prevedibile all’interno del mercato unico. L’esistenza di norme chiare sull’accesso ai dati, sulla sicurezza e sulla responsabilità è fondamentale per consentire alle imprese, alle PMI e alle start-up europee di sfruttare appieno il potenziale di crescita dell’internet delle cose. Invece di innalzare frontiere digitali dovremmo impegnarci per costruire un’economia europea dei dati che sia pienamente integrata e concorrenziale nell’economia mondiale dei dati.”
Nella comunicazione la Commissione propone inoltre agli Stati membri interessati di partecipare a progetti transfrontalieri che analizzino le questioni emergenti relative ai dati in condizioni reali. In alcuni Stati membri sono in corso progetti sulla mobilità cooperativa, connessa e automatizzata, che consente ai veicoli di collegarsi sia con altri veicoli che con le infrastrutture stradali. Partendo da questi progetti, la Commissione intende verificare le implicazioni normative dell’accesso ai dati e della responsabilità in questo campo.
Per sfruttare al massimo i dati a vantaggio dell’economia europea, la Commissione intende:
- avviare dialoghi strutturati con gli Stati membri e le parti interessate per discutere sulla proporzionalità delle restrizioni alla localizzazione dei dati, puntando anche a raccogliere ulteriori elementi concreti sulla natura di queste restrizioni e sul loro impatto sulle imprese, in particolare le PMI e le start-up, e le organizzazioni del settore pubblico;
- adottare, se necessario e opportuno, misure di esecuzione e, all’occorrenza, intraprendere ulteriori iniziative per ovviare alle restrizioni ingiustificate o sproporzionate in materia di localizzazione dei dati.
La Commissione ha inoltre esaminato le incertezze giuridiche derivanti dalle questioni emergenti all’interno dell’economia dei dati e sta valutando le possibili risposte politiche e giuridiche sui seguenti aspetti:
- Accesso e trasferimento dei dati un ampio uso dei dati automatici non personali potrebbe dar vita nell’UE a grandi innovazioni, start-up e nuovi modelli aziendali all’avanguardia a livello mondiale.
- Responsabilità per i prodotti e i servizi basati sui dati. Le norme vigenti dell’UE in materia di responsabilità non sono adatte agli attuali prodotti e servizi basati sui dati.
- Portabilità dei dati. Nel contesto attuale può essere difficile garantire la portabilità dei dati non personali, ad esempio quando un’impresa intende trasferire notevoli quantitativi di dati aziendali da un fornitore di servizi cloud a un altro.