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Recovery Fund: manca ancora qualcosa all’Europa per essere unita

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La lunga trattativa ha dimostrato ancora una volta un’Europa divisa tra i protagonismi nazionali
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“Manca ancora qualcosa all’Europa per essere unita. Un peccato il riproporsi dei blocchi nazionali Nord-Sud già protagonisti della prima fase della crisi. Serve un’UE più protagonista a livello politico. Unica soluzione contro divisioni nazionali.”

Questo il commento di Dario Noschese, professore di Politiche e Programmi per la progettazione presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università Sapienza, nonché consulente per le politiche comunitarie e coordinatore di Progeu.

L’Italia ha portato a casa un risultato soddisfacente: 82 miliardi di sussidi e 127 miliardi di prestiti per rilanciare il paese dalla crisi da Covid-19. Tuttavia, prosegue Noschese, “quello che è stato un evento epocale, una pandemia, non è servito a rendere concreto il principio di solidarietà che è alla base dell’Unione Europea. Ancora una volta si è persa l’occasione di affermare il primato della politica sull’economia e di far fronte comune di fronte ad una crisi sanitaria, economica e sociale senza precedenti. Si è riproposto un duro braccio di ferro tra Nord e Sud, risoltosi in un compromesso che di fatto ha ridotto di 110 miliardi i contributi a fondo perduto inizialmente proposti per far fronte alla crisi. Ancora una volta prevarrà la logica del debito per rilanciare le sorti di paesi duramente colpiti da una crisi straordinaria.”

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