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Rapporto ASVIS: ombre e luci sullo sviluppo sostenibile

È uno scenario negativo quello prospettato dall’ultimo Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), presentato alla Camera dei Deputati il 4 Ottobre 2018, in cui si indaga sugli avanzamenti dell’Italia verso il raggiungimento dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, previsti dall’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, sottoscritta da 193 Paesi nel settembre 2015.

Il Rapporto evidenzia, per il terzo anno di fila, la distanza dell’Italia rispetto agli Obiettivi per lo Sviluppo. Propone, inoltre, degli interventi da applicare in campo legislativo e amministrativo per migliorare le performance economiche, sociali e ambientali del Paese e per ridurre le forti disuguaglianze presenti al proprio interno. Ciò che manca, secondo quanto riportato dal portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini èuna visione coordinata delle politiche per costruire un futuro dell’Italia equo e sostenibile.

L’analisi condotta ha registrato un miglioramento delle performances italiane in alcuni settori come quelli dell’alimentazione e dell’agricoltura sostenibile, della salute, dell’educazione, della lotta al cambiamento climatico e nel campo della cooperazione internazionale. Tuttavia, la situazione è peggiorata sensibilmente se si prendono in esame la povertà, la condizione economica, l’occupazione e le disuguaglianze.

Preoccupazioni e speranze. Se da un lato si rilevano dunque ritardi da parte dei decisori politici nell’implementare politiche volte a porre lo sviluppo sostenibile come prospettiva comune d’azione, d’altro canto si rileva un crescente interesse della società italiana per il tema dello sviluppo sostenibile. Sono sempre maggiori, infatti, le iniziative di numerosi soggetti economici e sociali, nonché di tantissime persone, che stanno cambiando i modelli di business, di produzione, di consumo, di comportamento, con evidenti benefici, anche economici. Sono in aumento anche i programmi educativi nelle scuole e nelle università, le iniziative finalizzate a coinvolgere imprese, comunità locali e persone singole sulle diverse questioni dell’Agenda 2030.

Lo scenario europeo. Nonostante l’Unione europea sia l’area del mondo più avanzata in cui si registrano le migliori condizioni di benessere socio-economico ed una elevata regolamentazione per la tutela ambientale, l’avanzare verso un futuro sostenibile e alternativo procede a rilento. Inoltre, manca ancora una visione chiara da parte delle Istituzioni europee su come potranno adempiere gli impegni presi  mediante politiche future e scadenze dichiarate.

A tal proposito va ricordato che nel 2019 si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e successivamente della Commissione, un semestre fortemente atteso quello della presidenza romena che ha già annunciato di voler avviare una partnership rafforzata tra attori statali e non, a sostegno degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

La tempestività delle azioni politiche ed economiche sarà cruciale, così come la scelta culturale per lo sviluppo sostenibile che la politica europea, al di là delle diverse opinioni su temi specifici, dovrà proporre ai propri Stati membri.

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