Nella programmazione relativa alla Politica Agricola Comune 2014-2020 l’Unione Europea ha stanziato, in favore delle Regioni italiane, 30 miliardi di euro per innovare l’agricoltura e sostenere le aree più deboli del nostro Paese, ad oggi ne sono stati utilizzati solo 5 milioni di euro, il 17% dei contributi disponibili.
Il Programma di Sviluppo Rurale è lo strumento operativo di programmazione e di finanziamento degli interventi in campo agricolo, forestale e rurale. Le Regioni, con questo Programma, gestiscono e assegnano le risorse economiche messe a disposizione dall’Unione Europea per lo sviluppo del settore primario, un programma che rappresenta l’applicazione sul territorio regionale del Piano Strategico Nazionale (PSN) in ambito agricolo, per il quale il Ministero delle politiche agricole, alimentari forestali e del turismo fissa le priorità strategiche del settore fondandole sugli Orientamenti Strategici Comunitari (OSC) e derivanti dal secondo pilastro della Politica agricola comune (PAC).
Nella presente programmazione 2014-2020, dunque, la maggior parte dei fondi indirizzati dall’Unione Europea all’agricoltura italiana non è stata utilizzata dai suoi potenziali beneficiari, aspetto che non va sottovalutato, dato che nel settore primario viene generata una buona parte del nostro PIL. La conseguenza più probabile dell’inutilizzo di queste risorse, sarà l’applicazione da parte della Commissione Europea del procedimento di “disimpegno automatico” che prevede il ritiro degli stanziamenti del 2015 non utilizzati entro il 31 Dicembre 2018.
Perché l’Italia non riesce ad impegnare queste risorse economiche? Le motivazioni espresse dagli enti di settore sembrano andare tutte nella stessa direzione. Le problematiche maggiormente riscontrate sono:
-complessità e macchinosità del programma;
-burocrazia e amministrazione che rallentano la gestione;
-procedure complesse che aumentano la possibilità di compiere errori nelle domande;
-difficoltà e ritardi nei pagamenti, in molti casi risorse richieste ed approvate non arrivano al mittente nei tempi stabiliti, innescando una catena di ritardi e difficoltà.
Dove si investono queste risorse?
La principale voce di spesa è quella dell’indennità compensativa, ovvero gli aiuti agli imprenditori agricoli, che rappresenta più del 40 % del budget. Seguono l’agricoltura biologica e gli interventi agro-ambientali; mentre gli investimenti nelle aziende agricole hanno un peso in percentuale minore.