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Nomadismo digitale: il fenomeno in Italia e in Europa

LA PANDEMIA HA ACCELERATO SENSIBILMENTE IL FENOMENO DEL NOMADISMO DIGITALE CHE È DIVENTATO SEMPRE PIÙ DIFFUSO IN EUROPA E TRA GLI ITALIANI

In seguito alla pandemia di Covid-19, ci siamo dovuti adattare a nuovi modi di intendere il lavoro e abbiamo imparato ad utilizzare ed apprezzare modalità di lavoro come lo “Smart working”, metodologia già implementata da tempo, ma al tempo utilizzata solo da poche categorie di lavoratori e non particolarmente apprezzata dalla maggior parte delle aziende pubbliche e private.

NOMADISMO DIGITALE

Seguendo lo stesso principio anche il nomadismo digitale sta prendendo sempre più piede nelle scelte di quei lavoratori europei e non solo che, svolgendo lavori da freelance utilizzando le tecnologie digitali, considerano importanti modalità che consentano libertà e flessibilitàe e iniziano a valutare la possibilità di poter svolgere il proprio lavoro in paesi diversi dal proprio paese di origine quindi in modo nomade, Come è stato per lo “smart working”, il nomadismo digitale nel nostro paese ha avuto un accelerata sensibile in seguito alla pandemia così come emerge dai dati del primo report italiano sul nomadismo digitale.

PROFILO DEI NOMADI DIGITALI IN ITALIA

Dal Report, emerge il profilo di chi siano e quali sono le figure professionali di coloro che si definiscono nomadi digitali o che aspirano ad esserlo:

  • il 64% sono donne e uomini tra i 30 e i 49 anni. I senior over 50 sono il 27%. A sorpresa, solo il 10% sono over 30.
  • il 56% sono donne, il 43% uomini ed 1% binario.

I partecipanti al sondaggio hanno un alto grado di scolarizzazione: il 57% ha almeno una laurea (il 26% con un master) e il 39% sono diplomati.

“I freelance e i liberi professionisti rappresentano il 41% dei partecipanti al sondaggio, ma l’interesse per il nomadismo digitale e per un nuovo stile di vita riguarda anche i lavoratori dipendenti, che sono il 38%. Le persone in cerca di lavoro sono il 13%. La restante parte dei partecipanti, 8%, sono imprenditori”.

I partecipanti al sondaggio lavorano in numerosi ambiti:

  • Il 17% information technology
  • 26% degli intervistati opera in settori nei quali si registra il maggiore aumento di interesse verso questo nuovo stile di vita: – Architettura e Ingegneria – Contabilità e Amministrazione – Customer Support – Risorse Umane – E-Commerce
  • Gli altri settori sono: – Comunicazione e Marketing – Insegnamento e formazione – Grafica e Design – Scrittura e Traduzione.

CITTA’ EUROPEE METE DEI NOMADI DIGITALI

Il report di Nestpick “work from anywhere”, considerando variabili quali infrastrutture tecnologiche, sicurezza, assistenza sanitaria ecc. ha stilato una classifica delle località preferite per lavorare da remoto. Le città europee che rientrano nella top 10 sono: Tallin al 4° posto, Londra al 5° posto, Glasgow all’8° posto e Berlino al 10°posto. La prima città italiana è Roma che si classifica al 62° posto, seguita da Bari al 69°.

DIVENTARE NOMADI DIGITALI

Oltre a scegliere la meta o mete di destinazione, è sicuramente opportuno un lavoro importante di pianificazione. Assicurati di avere gli strumenti utili:

  1. VPN;
  2. Mobile Banking;
  3. App di comunicazione come  Zoom o Google Chat;
  4. Strumenti di gestione come Wunderlist o Basecamp;
  5. Servizio cloud per eseguire il backup del tuo lavoro e dei tuoi dati;
  6. Iscrizione all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero): fondamentale per pagare le tasse nel paese di destinazione ed evitare la doppia tassazione in Italia.