Vai al contenuto

L’Unione Europea e la riforma dell’ICE

[et_pb_section bb_built=”1″][et_pb_row][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text _builder_version=”3.0.101″ background_layout=”light” text_orientation=”justified”]

Lo strumento per l’iniziativa dei cittadini europei, in vigore dal 2012, non è ancora riuscito ad incidere sulla vita democratica dell’Unione Europea

 

Il 13 settembre 2017 la Commissione ha dato seguito alla richiesta di una riforma del regolamento n. 211/2011 del parlamento europeo e del consiglio riguardante l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE), il primo strumento di democrazia partecipativa transnazionale, in vigore dal 1° aprile del 2012.

L’iniziativa, introdotta dall’art. 11 del trattato di Lisbona con lo scopo di rafforzare la cittadinanza e potenziare ulteriormente il funzionamento democratico dell’Unione europea, permette a un milione di cittadini europei, residenti in almeno un quarto degli Stati membri, di invitare la Commissione a proporre un atto giuridico in una delle materie di sua competenza.

Pensato come strumento accessibile a tutti i cittadini, coinvolgendoli direttamente nei processi legislativi, l’ICE ha incontrato delle difficoltà rispetto alle aspettative iniziali. Su 66 iniziative lanciate solo 4 sono infatti riuscite a raccogliere il numero di firme necessarie. Inoltre quasi 1/3 delle iniziative sono state rifiutate perché non rientranti nell’area di competenza della Commissione e altre 35 sono state ritirate prima della scadenza o comunque non sono riuscite a raccogliere il sostegno necessario.

Questo è dovuto alla complessità e l’onerosità dell’elaborazione della proposta e dell’organizzazione e gestione delle iniziative. Tali problematiche, insieme al rifiuto da parte della Commissione di dare seguito alle prime tre iniziative riuscite hanno portato, dopo una prima ondata di entusiasmo, a una fase di stallo. I risultati di queste difficoltà e di questi risultati negativi da parte dei comitati promotori dei tre ICE sottoposti alla Commisione hanno portato, nel 2016, ad una diminuzione delle proposte attivate, che sono state solamente 3.

Anche la Commissione ha percepito l’importanza di una riforma dell’ICE aprendo, da maggio ad agosto, una consultazione pubblica in merito per presentare a settembre una proposta di modifica. Le modifiche proposte riguardano principalmente gli aspetti tecnici ed amministrativi, cercando appunto di semplificare le procedure e rendere l’iniziativa più accessibile. Nonostante la richiesta avanzata da diverse petizioni, la Commissione non ha espresso l’intenzione di vincolarsi maggiormente a proporre un atto giuridico al parlamento, qualora un’iniziativa dovesse avere successo.

Essendo tornato sull’agenda dell’UE, nel 2017 l’utilizzo di questo strumento di partecipazione sembra essere nuovamente in aumento come si può evincere dalle 8 iniziative registrate nel corso dell’anno. Il futuro dell’ICE rimane tuttavia incerto e dipenderà dall’impatto che questo strumento avrà sulla vita politica dell’UE nello scenario post-riforma.

[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]