Lo scorso 20 aprile si è tenuto il seminario “L’Ordine di Protezione Europeo come strumento di tutela delle vittime violenza di genere” organizzato nell’ambito del progetto ARTEMIS, che ha coinvolto avvocati ed esperti legali.
L’Ordine di Protezione Europeo è uno strumento giuridico a tutela di tutte le vittime di violenza che garantisce una forma di protezione per tutti coloro che decidono di trasferirsi in un altro Stato membro dell’UE. L’obiettivo della Direttiva 2011/99/UE e la funzione dello strumento è quello di semplificare le procedure di riconoscimento degli ordini di protezione emessi da uno Stato membro all’altro, per salvaguardare la protezione delle vittime di reati in tutta l’Unione Europea. In altre parole, l’EPO dà il diritto di continuare a beneficiare di misure di protezione qualora ci si debba spostare in un altro Stato diverso rispetto a quello di residenza.
Infatti, se la vittima, ed in particolare una vittima di violenza domestica o di atti persecutori (come ad esempio lo stalking), beneficia di un ordine di protezione in materia penale emesso in uno Stato membro, può pertanto ottenere ulteriore protezione che verrà concessa tramite una nuova misura di protezione adottata dallo Stato membro nel quale viaggerà o si trasferirà. Tutto avviene secondo una procedura semplificata e accelerata tra gli Stati interessati.
Trattasi dunque di uno strumento di fondamentale importanza per la tutela delle vittime in Europa, eppure, ancora troppo poco conosciuto ed applicato. Secondo i dati a disposizione, infatti, solo 7 EPO sono stati emessi e riconosciuti in tutta l’Unione Europea: un numero decisamente troppo basso se si considera che la Direttiva risale al 2011 e che tutti gli Stati europei erano tenuti a mettere in vigore le disposizioni in essa contenute entro l’11 gennaio 2015.
PERCHÉ BISOGNA FARE FORMAZIONE
All’interno del progetto Artemis, i partner provenienti da cinque Paesi diversi hanno condotto un sondaggio online rivolto proprio agli avvocati ed ai professionisti del settore per comprendere il loro livello di conoscenza rispetto all’Ordine di Protezione Europeo e in che misura viene applicato e, successivamente, hanno portato avanti una ricerca sulle buone prassi utilizzate per l’applicazione dello strumento.
I risultati dell’indagine hanno confermato quanto già emerso dalla desk review: infatti i dati mostrano una mancanza di programmi di sensibilizzazione e formazione disponibili per i professionisti legali sull’EPO. Un numero molto basso di intervistati (solo il 7,4%) ha riferito di aver partecipato ad attività di sensibilizzazione o formazione sull’applicazione della legge nazionale sull’EPO. Nonostante ciò, quasi il 95% di tutti gli intervistati ha dichiarato che avrebbe beneficiato di tale formazione.
Nel caso dell’Italia il 54,5% dei partecipanti che ha risposto al sondaggio, di cui la maggior parte sono avvocati (84,15%), consulenti legali (9,76%), pubblici ministeri (4,88%) e giudici (1,22%), ha dichiarato di non essere a conoscenza delle disposizioni della direttiva UE sull’Ordine di Protezione Europeo e del relativo D.lgs. 9/2015.
I dati raccolti mostrano chiaramente la necessità di corsi di formazione e campagne di sensibilizzazione rivolte nello specifico ad avvocati, consulenti legali ed esperti nel settore che lavorano a stretto contatto con donne vittime di violenza, così come tutte le campagne di sensibilizzazione sull’intero spettro dei diritti delle donne vittime di violenza di genere dovrebbero essere rafforzate.
La seconda edizione del seminario “L’Ordine di Protezione Europe come strumento di tutela delle vittime di violenza di genere” si terrà il 29 aprile. Per maggiori informazioni e iscrizioni clicca qui.