Vai al contenuto

L’impegno dell’UE per la gestione sostenibile dell’acqua e dell’ambiente marino

acqua

L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha dichiarato che “l’accesso all’acqua deve essere riconosciuto quale diritto umano fondamentale, essendo l’acqua una risorsa essenziale per la vita sulla terra che va condivisa dall’umanità”.

Se il 20° secolo è stata l’era della rivoluzione dell’industria della plastica per la produzione di troppi prodotti, allora il 21° secolo è il momento di affrontarne le conseguenze. La gestione impropria, la mancanza di informazioni sul suo effetto negativo e l’uso irresponsabile, nonché lo scarico di prodotti in plastica, trasformano questo pianeta in un “pianeta di plastica”.

Oltre ad emergere come rifiuti solidi, questi materiali plastici sono apparsi anche come una grande minaccia per la salute umana e animale. Non solo ha inquinato le strade, le foreste, le montagne, ma ha anche inquinato i nostri oceani, ma vi è un problema ancora più serio quello delle microplastiche che rappresenta una grave minaccia nell’ecosistema marino è oggi una questione di grande preoccupazione.

L’impatto delle microplastiche sul clima

La dimensione microscopica di questi frammenti di plastica li rende facilmente disponibili per l’ingestione da parte di una serie di abitanti marini, causando effetti negativi sulla loro salute. Il potenziale delle microplastiche di assorbire vari inquinanti idrofobici nocivi dall’ambiente circostante trasferisce indirettamente questi contaminanti nella catena alimentare. I tessuti sintetici sono ora ampiamente utilizzati in abbigliamento, tappezzeria, tappeti e altri materiali simili. “I tessuti basati su questi materiali hanno il potenziale per rilasciare microplastiche (dimensioni <5 mm) nell’ambiente durante le operazioni di produzione e pulizia” come evidenziato in un importante studio del STIIMA-CNR” di R.Mossotti in un interessante articolo all’avanguardia pubblicato in ScienceDirect Elsevier dal titolo “Assessment of microplastics release from polyester fabrics: The impact of different washing conditions”.

Pertanto, per affrontare questo grave problema dell’inquinamento da microplastiche nell’ecosistema marino, devono essere formulate diverse politiche e regole. Per evitare minacce future, è importante smettere di produrlo ulteriormente e sostituire la plastica con materiali ecologici alternativi.

Le iniziative verdi dell’agenda 2021/22 di Ursula von der Leyen

La Commissione europea presenterà proposte legislative sulla gestione integrata delle acque, sugli inquinanti di falda e superficie, su certificati comuni Ue per l’assorbimento della CO2 dall’atmosfera, sul diritto alla riparazione, sulle emissioni di trasporti e logistica e sull’inquinamento da plastiche e microplastiche.

E’ quanto è scritto nella lettera di intenti che, in occasione del discorso annuale sullo Stato dell’Unione europea, la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen ha inviato al presidente dell’Europarlamento David Sassoli e al Primo ministro sloveno Janez Jansa, in qualità di presidente di turno del Consiglio Ue.

Verso la COP26

Focus principale saranno le decisioni che ci si attende vengano prese alla COP di Glasgow dalle 197 nazioni partecipanti nel mese di novembre 2021.

Non solo le attività collaterali che vedranno la partecipazione di migliaia di governanti, attivisti per il clima e associazioni dei cittadini di tutto il mondo, cercando di trasmettere l’importanza di un auspicabile passo avanti per il contenimento dei cambiamenti climatici, ma anche le conseguenze di soluzioni non incisive rispetto agli obiettivi ONU per sviluppo sostenibile 2030 e per quelli necessari per il raggiungimento della neutralità climatica della EU.

I negoziati sul Clima della 26a Conferenza delle Parti (COP) della UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici) riuniranno oltre 30.000 delegati, tra cui Capi di Stato, esperti climatici e attivisti, per concordare un piano d’azione coordinato per affrontare il cambiamento climatico alla luce delle decisioni prese nel 2015 alla COP21 di Parigi. Molte di quelle decisioni non sono state ancora attuate e verranno messe a confronto con le recenti conclusioni del 6° Rapporto dell’IPCC (International Panel of Climate Change) presentato lo scorso 9 agosto.