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L’ UNDP (programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo) iniziò a lavorare a Cuba per lo sviluppo del territorio nel 1973, ma a causa dei contrasti politici dovuti alla guerra fredda e della grave crisi economica che investì l’Isola caraibica in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, non è riuscito a concretizzare grandi risultati in termini di miglioramento delle condizioni di vita del cubano medio.Per implementare l’azione di cooperazione nel Paese, nel 2014 le Nazioni Unite definirono in accordo con il MINCEX (Ministero del commercio e degli investimenti esteri) un nuovo programma quadro, volto alla creazione di una piattaforma dedicata allo sviluppo integrale del territorio.
La piattaforma prende il nome di PADIT (piattaforma articolata per lo sviluppo del territorio) e ha come obiettivo generale il decentramento amministrativo, da raggiungere attraverso la redistribuzione delle competenze nei tre livelli di gestione (locale, regionale, nazionale). Con il rafforzamento delle autorità territoriali, il PADIT negli ultimi anni sta stimolando il decentramento politico-amministrativo, che risulta essere secondo la comunità internazionale, la chiave di volta per concretizzare lo sviluppo di Cuba. Infatti il potenziamento del ruolo degli attori che lavorano per lo sviluppo sostenibile a livello locale, sta alleggerendo le mansioni del Governo nella gestione dei progetti regionali e locali.
I propositi principali della piattaforma sono: l’ampliamento della collaborazione tra i territori che vi partecipano, l’impulso a tematiche innovative, l’interconnessione tra le politiche locali e le nazionali e l’impegno nel gestire e coordinare i finanziamenti degli attori della cooperazione internazionale interessati allo sviluppo di Cuba. A questi ultimi, lo scorso anno si è aggiunta l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che ha firmato il primo accordo di finanziamento con l’UNDP, destinando 600.000 euro alle casse del programma, per la realizzazione di progetti nella provincia di Holguìn, volti a riparare i danni dell’uragano Matthew e ad aumentare la sicurezza alimentare nelle regioni orientali.
Il 14 febbraio di quest’anno, il Governo italiano ha rinnovato il suo impegno a Cuba siglando un secondo accordo di finanziamento al PADIT, firmato presso la Residenza D’Italia dall’ Ambasciatore Andrea Ferrari e dalla Rappresentante Cubana dell’UNDP, Consuelo Vidal. La finalizzazione dell’accordo prevede un contributo di 1.800.000 euro, destinato ad incrementare le attività della piattaforma e ad ampliare il suo raggio d’azione a nuovi municipi come quello dell’Avana e di Sancti Spiritus. L’obiettivo di questa seconda erogazione è quello di dare continuità ai progetti di sviluppo che favoriscano il decentramento amministrativo e rinforzino le capacità di sviluppo territoriale sostenibile, soprattutto nelle provincie orientali del Paese che più necessitano aiuti.
È stato reso noto che le risorse saranno destinate ai processi di pianificazione territoriale, ai meccanismi di finanziamento locale, alla gestione dell’informazione nel Paese, ma soprattutto, al sostegno delle provincie per l’elaborazione progetti di sviluppo socio-economico. Il finanziamento italiano prevede azioni fino al 2021. In questo quadriennio verranno implementati progetti in vari settori come l’agricoltura, l’innovazione tecnologica, il turismo e l’energia rinnovabile, tutti gestiti delle autorità locali. Tenuto conto dell’importanza che sta assumendo il PADIT a Cuba e degli attori internazionali coinvolti in questa azione di cooperazione, come l’AICS e il COSUDE (agenzia di cooperazione svizzera), si può ben capire come il programma delle Nazioni Unite abbia aumentato in questi ultimi anni le possibilità di poter incidere positivamente nel contesto cubano.
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