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Il 6 luglio 2020 in Piazza San Giovanni a Roma, il sindacalista Aboubakar Soumahoro convoca gli “Stati Popolari”, portando in piazza le richieste degli ‘invisibili’ dei lavoratori precari, dei braccianti, di coloro che non hanno una casa, riuscendo ad accende i riflettori su una problematica già presente prima della pandemia, ma che oggi più di prima necessita le dovute attenzioni.
In piazza ci sono davvero tutti! Braccianti, riders, cassiere, operai Whirpool, lavoratrici Alitalia, operatrici di call center, rappresentanti USB presso l’ex Ilva di Taranto, i rappresentanti de Le Sardine, Elly Schlein, Marco Damilano, Sandro Ruotolo, non manca nessuno!
È il Manifesto per la Giustizia, la Libertà e la Felicità, che viene chiesto a gran voce! La tutela del lavoro, il diritto ad un’abitazione, la tutela della salute e la tutela ambientale, temi che secondo i presenti sono stati poco attenzionati dai vertici politici.
In rappresentanza di tutti i partecipanti, Soumahoro propone al governo sei azioni da portare avanti:
- un piano nazionale per l’emergenza lavoro;
- un programma di edilizia popolare che affronti a livello sistemico l’emergenza abitativa;
- una riforma integrale della filiera del cibo, che tenga in considerazione il ‘sudore’ dei braccianti, dei cassieri e dei rider;
- una trasformazione radicale delle politiche migratorie e l’abolizione dei Decreti Sicurezza, nonché una particolare attenzione al problema della ‘fuga dei cervelli’. Il Manifesto fa inoltre riferimento al ‘diritto di ritornare’; per poi chiedere politiche antirazziste, l’introduzione dello Ius Soli e riforme sulle politiche di accoglienza;
- una transizione ecologica che possa coniugare la giustizia ambientale e la giustizia sociale;
- l’attuazione concreta dell’art.3 della Costituzione, tramite interventi proattivi contro discriminazioni di razza, religione, orientamento sessuale.
Un manifesto che, seppur di indirizzo, si propone di dar voce ad un popolo silenzioso, che quotidianamente subisce ingiustizie e che singolarmente non avrebbe la forza di puntare i piedi e pretendere i propri diritti.
L’evento assume una maggior importanza proprio perché in un periodo di incertezza e paura condivisa post lockdown, gli Stati Popolari hanno riunito le difficoltà di una parte consistente di cittadini che negli anni si sono sentiti poco rappresentati ed abbandonati al loro destino.
Il popolo ha parlato, ora tocca alla Politica!
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