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La schiavitù che non si vede

La schiavitù che non si vede

SCHIAVO. Lo schiavo è colui che si trova in una condizione giuridica percepita come proprietà privata e perciò un individuo privo di qualsiasi tipologia di diritto umano, completamente asservito al legittimo padrone.

La condizione di schiavitù ha caratterizzato numerosissime popolazioni dell’antichità: Romani, Greci, Egiziani, fino ad arrivare ai giorni nostri. Tuttavia quando si pensa alla schiavitù si pensa ad un preciso periodo storico: i secoli della Tratta Atlantica degli Schiavi, perpetuatasi tra il 1500 e la prima metà del 1800, secoli in cui tra i 10 e i 15 milioni di persone furono vittime di compravendita afro-europea in Africa, deportate nelle Americhe e sfruttate nelle piantagioni, costituendo uno degli elementi fondamentali per la nascita e lo sviluppo del colonialismo europeo in Africa.

Bisognerà attendere il 1807, anno in cui la Gran Bretagna per prima proclamò l’abolizione della tratta con lo “Slave Trade Act”, ma nonostante ciò la schiavitù continuò ad esistere nelle colonie e negli Stati Uniti d’America. Solo nel 1865 Abraham Lincoln abolirà ufficialmente la schiavitù negli USA.

La storia però è testimone del contrario. La discriminazione razziale e gli elementi di schiavismo furono presenti nelle Leggi razziali del XX sec., nelle segregazioni razziali in India, in Sud Africa ed anche in America.

Ed oggi? Esiste ancora la schiavitù?

Se si dovesse porre tale domanda alla gente comune che passeggia per le strade delle ricche città “occidentali”, probabilmente la maggior parte risponderebbe che «per fortuna la schiavitù non esiste più», ciò è dovuto al fatto che siamo nati e cresciuti in una società fondata sui diritti umani e sul rispetto della dignità altrui, eppure basta allargare un po’ lo sguardo per vedere che non è proprio così.

Ad un esempio straziante si assiste quotidianamente. Certi media e certi programmi politici hanno sfruttato il tema a proprio favore, ma a tutti dovrebbe essere visibile che la tratta degli esseri umani non si è fermata, è solo mutata. Se prima gli schiavi venivano sfruttati nei campi delle Americhe, ora vengono sfruttati nei campi del Sud-Italia o lungo le maggiori ‘strade della prostituzione’ in tutt’Europa.

Ma se ancora tutto ciò non bastasse per affermare che la schiavitù esiste, si provi a pensare al mondo della cosmetica e dell’elettronica, due categorie di prodotti di fondamentale uso quotidiano.

La materia prima di base con cui i cosmetici vengono prodotti è la mica, un minerale sconosciuto ma presente nella vita quotidiana di tutti noi. L’India è il paese leader per la produzione della mica, circa il 60% della produzione globale proviene dalle miniere indiane, in cui lavorano maggiormente bambini e donne, per via della struttura minuta e dell’agilità tattile con cui riescono ad intrufolarsi con maggior facilità nelle cavità, ma per cui sono pagati un misero dollaro ogni 10 kg di minerale raccolto.

Il coltan invece è il minerale di base con cui vengono prodotti telefonini, tablet e computer e che per il 50% si trova nelle miniere del Congo orientale. Anche in questo caso i prediletti sono le donne e i bambini e purtroppo anche in questo caso vengono sfruttati e sottopagati.

Ognuno di noi ha le mani sporche di sangue, ognuno di noi contribuisce al perpetuarsi della schiavitù senza rendersene conto. Poiché questo improbabilmente muterà, è quanto meno necessaria la consapevolezza di ciò che i nostri bisogni e i nostri vizi provocano ad un innocente dall’altra parte del mondo!