A seguito delle proposte del 2018 della Commissione europea in merito alla Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2021-2027 e a causa dei negoziati in corso tra il Parlamento europeo ed il Consiglio dell’UE, la data provvisoria di avvio della proposta di riforma è stata rinviata al 1° gennaio 2023 ed è stato concordato un regolamento provvisorio per gli anni 2021 e 2022.
La riforma della PAC proposta dalla Commissione europea mira a promuovere un settore agricolo sostenibile e competitivo che possa contribuire al Green Deal in merito alla strategia “dal produttore al consumatore” e alla strategia sulla biodiversità.
I negoziati di maggio
A maggio i ministri dell’Agricoltura dell’UE si sono riuniti a Bruxelles per discutere il pacchetto delle riforme ed hanno incentrato la discussione sulla condizionalità sociale, sulla destinazione dei pagamenti e sull’architettura verde. Il negoziato, tenuto il 26 e 27 maggio, si è interrotto per l’incapacità di raggiungere un accordo definitivo e i colloqui sono stati rinviati al mese di giugno 2021.
I problemi da risolvere
Uno dei nodi che ha portato all’interruzione del negoziato tra Parlamento e Consiglio è la quota delle risorse dei pagamenti diretti da destinare ai nuovi ecoschemi, schemi volontari per il clima e per l’ambiente che, se applicati, permettono agli agricoltori di ricevere un pagamento annuale per ettaro aggiuntivo al pagamento di base.
A riguardo, il Parlamento ha proposto di destinare il 30% delle risorse agli ecoschemi, mentre per il Consiglio il tetto massimo è il 20%. Per mediare, la presidenza portoghese ha proposto di partire con una percentuale del 22% ad inizio programmazione, per poi arrivare al 25% nel 2026.
L’altro nodo da sciogliere riguarda la condizionalità sociale: il Parlamento UE chiede che venga inserito nella riforma della PAC l’obbligo di rispettare i diritti dei lavoratori agricoli per accedere agli aiuti, ma il Consiglio ritiene che gli aspetti della condizionalità sociale non debbano entrare fra le regole della Politica Agricola Comune, dal momento che non erano state originariamente previste.
Il futuro della PAC
Nonostante il fallimento del trilogo di maggio, lo scorso 25 giugno la presidenza portoghese del Consiglio UE ha fatto sapere in una nota di aver raggiunto un accordo provvisorio con il Parlamento europeo sul futuro della PAC, in attesa dell’approvazione dei ministri dell’agricoltura dell’UE in occasione della sessione del Consiglio “Agricoltura e pesca”, che si sta tenendo proprio in queste ore.
L’obiettivo è dunque quello di trovare un’intesa definitiva comune per procedere nel percorso di riforma, con una dotazione di fondi per l’UE di circa 287 miliardi, dei quali quasi 50 miliardi sono destinati all’agricoltura italiana. Nel caso in cui venga raggiungo un accordo definitivo, si procederà all’approvazione e alla pubblicazione dei regolamenti e alla redazione ed approvazione dei Piani strategici nazionali.
Nell’attesa ci si limita ad auspicare che la nuova riforma PAC si adegui ai giorni d’oggi e sia sostenibile dal punto di vista ecologico, economico e sociale.