Entrata nell’Unione Europea nel 2007, la Romania non ne è ancora un membro a pieno titolo, mantenendo tuttora l’obbligo di esibire carta di identità o passaporto per chiunque ne varchi le frontiere. Quando Romania e Bulgaria stavano negoziando l’adesione all’UE, Bruxelles rimandò a data da destinarsi l’ingresso di entrambi i paesi nell’area Schengen. In seguito ci fu un ulteriore rinvio fino all’11 dicembre 2018, quando il Parlamento Europeo ha votato per l’ammissione di Romania e Bulgaria nell’area. Al momento, il paese resta in attesa del voto del Consiglio Europeo per il via libera definitivo a Schengen.
La Romania non ha inoltre adottato l’euro ed è uno dei paesi membri dell’Unione Europea a utilizzare ancora la sua valuta. Le ragioni dietro la mancata adesione sono complesse. Innanzitutto la Romania non soddisfa tutti i requisiti economici e finanziari che uno Stato membro deve raggiungere per introdurre la moneta comune. Inoltre, alla luce della recessione economica del 2008 e, in particolare, della crisi greca, né Bucarest né Bruxelles sembrano intenzionati a forzare l’ingresso nella Zona Euro della Romania.
Nel frattempo, a partire dal 1° gennaio 2019, la Romania è stata scelta per la prima volta alla presidenza del Consiglio dell’Unione europea, per un periodo di sei mesi. Tale presidenza arriva in un momento importante per il futuro del progetto comunitario poiché alla Presidenza del Consiglio dell’Unione europea è affidata l’importante responsabilità di contribuire a rafforzare l’unità dell’Unione. Esercitando il suo ruolo di mediatore imparziale, nonché di facilitatore del consenso, la Romania cerca di garantire la coesione degli Stati membri che affrontano le sfide attuali, nonché la necessità di ridefinire insieme il futuro dell’Unione europea. Attraverso il suo motto, “Coesione, un valore europeo comune”, la Romania considera la coesione un valore comune per la coerenza e la capacità dell’Unione europea di raggiungere i suoi obiettivi, come affermato nell’art. 3 del Trattato sull’Unione europea, in base al quale uno degli obiettivi comuni più importanti è la promozione della coesione economica, sociale e territoriale tra gli Stati membri.
La coesione è un concetto che, nello sviluppo del progetto europeo, ha guidato le azioni e le politiche europee dall’obiettivo di rafforzare l’unità delle economie dei singoli paesi e assicurare il loro sviluppo armonioso riducendo le differenze esistenti tra le varie regioni e l’arretratezza delle le regioni meno favorite, menzionato nel preambolo del trattato di Roma del 1957, fino allo sviluppo di una politica di coesione esplicita, consacrata nell’Atto Unico Europeo del 1986. Come meccanismo e politica europea, la coesione è diventata gradualmente il principale strumento di investimento attraverso i fondi strutturali, orbitati da altre politiche e azioni europee, come la politica agricola comune, la politica regionale, la politica comune della pesca, i trasporti, l’energia e le telecomunicazioni. La coesione ha acquisito permanentemente nuove dimensioni, dalla necessità di unità economica, allo sviluppo di una politica europea di coesione emergente (avanzata dalla Commissione europea dopo il 1970) e allo sviluppo della sua dimensione sociale – incentrata sul mercato del lavoro, inclusione sociale, infrastrutture sociali (dall’Atto Unico Europeo del 1986 agli obiettivi di Lisbona) e, gradualmente, allo sviluppo di una dimensione politica, basata su un approccio integrato per ridurre le divergenze tra gli Stati membri nelle aree trasversali (dopo il 1988). Pertanto, la coesione ha acquisito un ruolo essenziale nel progresso armonioso del progetto europeo ed è la premessa indispensabile per il futuro consolidamento dell’Unione. Col tempo, la politica di coesione si è adattata alle nuove sfide per essere in grado di stimolare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva all’interno dell’Unione europea.
Il messaggio indiretto trasmesso dal motto rumeno oggi è legato all’importanza della politica di coesione e al suo ruolo chiave nel raggiungere l’obiettivo di colmare le lacune economiche, sociali e territoriali tra Stati membri, regioni e cittadini dell’Unione europea. Nel contesto in cui oggi si trova la presidenza rumena del Consiglio dell’Unione europea, per i primi sei mesi del 2019, è posta in un periodo di complessa negoziazione del futuro bilancio dell’Unione europea (quadro finanziario pluriennale 2021-2027), del processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea, delle elezioni del Parlamento europeo e in un processo di riflessione sul futuro dell’Europa. La presidenza rumena ha scelto di promuovere la coesione in tutte e tre le sue dimensioni[1]. Innanzitutto, consolidando la coesione nell’azione politica, aiutando a ristabilire le connessioni tra Stati membri, istituzioni europee e cittadini. Allo stesso tempo, poiché la dimensione economica della coesione contribuisce a ridurre le disparità di sviluppo tra gli Stati membri e tra le regioni e a rafforzare il mercato unico, considera anche la coesione economica dal punto di vista dei nuovi Stati membri, per i quali la piena integrazione nel mercato unico è fondamentale, a beneficio di tutti i cittadini. Infine, promuove la dimensione sociale della coesione, compresa anche attraverso l’imperativo di assicurare la convergenza sociale e preservare le libertà fondamentali del mercato interno dell’Unione europea. Per riflettere l’imperativo di coesione, le priorità della presidenza rumena del Consiglio dell’Unione europea sono state declinate nell’ambito dei quattro pilastri di azione:
- Europa della convergenza,
- Europa della sicurezza,
- Europa, un attore globale più forte,
- Europa dei valori condivisi.
Sotto il pilastro 1, “Europa della convergenza”, la presidenza rumena del Consiglio dell’Unione europea mirerà a garantire la convergenza e la coesione per uno sviluppo equo e sostenibile per tutti i cittadini e gli Stati membri, aumentando la competitività e riducendo le lacune nello sviluppo, promuovendo la connettività digitalizzazione, incentivazione dell’imprenditorialità e rafforzamento della politica industriale.
Sotto il pilastro 2, “Europa della sicurezza”, la presidenza rumena del Consiglio dell’Unione europea mirerà a costruire un’Europa sicura, apportando un plus di coesione tra gli Stati membri di fronte alle nuove sfide di sicurezza che minacciano i cittadini e sostenendo iniziative di cooperazione pertinenti.
Sotto il pilastro 3, “L’Europa come attore globale più forte”, la presidenza rumena del Consiglio dell’Unione europea sosterrà il consolidamento del ruolo globale dell’Europa, promuovendo la politica di allargamento, le azioni dell’Unione nel vicinato, proseguendo l’attuazione della Strategia, garantendo le risorse necessarie e attuando gli impegni globali dell’Unione europea.
Sotto il pilastro 4, “Europa dei valori condivisi”, la presidenza rumena del Consiglio dell’Unione europea mirerà a motivare la solidarietà e la coesione nell’Unione europea, promuovendo politiche di non discriminazione, pari opportunità e parità di trattamento tra donne e uomini, anche aumentando la partecipazione dei cittadini, in particolare dei giovani, nei dibattiti europei.Attraverso questo approccio inclusivo e costruttivo, la presidenza rumena del Consiglio dell’Unione europea si propone dunque di garantire la continuità e di progredire sostanzialmente nell’attuale Agenda Europea.
[1] Official Website of the Romanian Presidency of the Council of the EU, 2019 https://www.romania2019.eu/motto-2/