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Il Parlamento Europeo ha approvato il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027

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Il 16 dicembre il Parlamento europeo ha approvato, con 548 voti favorevoli, 81 contrari e 66 astensioni, il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale europeo 2021-2027 dal valore di 1.074,3 miliardi di euro.

Gli eurodeputati hanno così confermato l’accordo preliminare raggiunto il 10 novembre dal Parlamento e dal Consiglio europeo, che stabiliva di aggiudicare 16 miliardi di euro aggiuntivi alle voci di bilancio UE, per garantire maggiore sostegno alla ricerca, alla salute pubblica, ai giovani e agli investimenti in un’economia verde e digitale.

Di questi 16 miliardi, 15 miliardi andranno a rafforzare i programmi faro e saranno così ottenuti:

– 11 miliardi di euro saranno prelevati principalmente da importi corrispondenti a multe per la concorrenza (che le aziende devono pagare quando non rispettano le regole dell’UE);

– 4 miliardi di euro saranno finanziati da riassegnazioni di fondi all’interno del Quadro Finanziario Pluriennale.

1 miliardo di euro sarà invece accantonato per far fronte ad eventuali esigenze e crisi future e potrebbe anche essere aggiunto ai programmi faro.

Al Quadro Finanziario Pluriennale si aggiungono i 750 miliardi del Next Generation EU, lo strumento operativo del nuovo Recovery Plan per la ripresa dalla crisi provocata dal Covid-19. A tale proposito il Parlamento ha garantito l’occorrenza di incontri regolari tra le tre istituzioni europee per valutare l’attuazione dei fondi messi a disposizione.

L’Eurocamera ha anche stabilito che le risorse aggiuntive relative al Recovery Fund non dovranno essere coperti a scapito dei programmi di investimento del Quadro Finanziario Pluriennale, né dovranno tradursi in maggiori contributi da parte degli Stati Membri. Pertanto è stata elaborata una tabella di marcia per introdurre nuove risorse proprie da inserire nel bilancio dell’UE nei prossimi sette anni e far fronte così a tali costi aggiuntivi. Oltre al contributo finanziario, fornito a partire dal 2021, basato sulla quantità di plastica non riciclata in ogni paese, la tabella di marcia include una risorsa propria basata sul sistema ETS (Emissions Trading System) a partire dal 2023, eventualmente collegata ad un meccanismo di aggiustamento delle frontiere di carbonio. Comprende anche un prelievo digitale (dal 2023), e una risorsa propria basata sulla tassa sulle transazioni finanziarie (Financial Transaction Tax-based Own Resource), nonché un contributo finanziario che il settore aziendale deve fornire o una nuova base imponibile comune per l’imposta sulle società (dal 2026).

Ci sarà una migliore tracciabilità per garantire che almeno il 30% dell’importo totale del bilancio dell’Unione Europea e del Recovery Plan sostenga gli obiettivi di protezione del clima, e che il 7,5% della spesa annuale sia dedicata agli obiettivi di biodiversità, a partire dal 2024, e il 10% dal 2026 in poi. Inoltre, l’uguaglianza di genere e il mainstreaming di genere saranno prioritari, attraverso un’approfondita valutazione dell’impatto di genere e il monitoraggio dei programmi. “Con la conclusione di questi negoziati, il Recovery Plan può finalmente essere messo in atto. Questo fondo è molto importante per farci superare la crisi, ma resiste o diminuisce con il suo utilizzo. Le risorse devono arrivare alle persone che ne hanno effettivamente bisogno. Anche qui l’Unione europea deve dimostrare la propria credibilità”. Questo il commento di Johan Van Overtveldt, presidente della commissione per i bilanci del Parlamento europeo. Il presidente David Sassoli ha invece dichiarato che “l’Europarlamento ha adottato un bilancio storico per un momento storico. Che pone le basi di un nuovo inizio: per un’Europa più verde e più giusta. Adesso è il momento di avere il coraggio politico e ideale di realizzare questa trasformazione radicale.”