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Il futuro digitale dell’Europa (Digital Europe 2021-2027)

L’emergenza innescata dalla pandemia di COVID-19 ha dimostrato quanto le tecnologie digitali siano essenziali nel mondo di oggi. La Pubblica Amministrazione e le aziende hanno dovuto cambiare il loro operato grazie a strumenti e soluzioni digitali, come lo Smart Working, ma anche l’e-commerce.

La digitalizzazione si può definire come la conoscenza e l’adozione di nuove tecnologie come Cloud Computing, Big Data, Internet of Things, Blockchain, Intelligenza Artificiale; a queste conoscenze vanno sommate anche i cambiamenti in tutti i settori sempre più tech.

La digitalizzazione è un processo di trasformazione che riguarda ognuno di noi in più contesti delle nostre vite. Le chiusure imposte dalla pandemia hanno dato una scossa a queste trasformazioni e oggi lo Smart Working è diventato centrale e determinante. Anche la P.A e il settore sanitario hanno dovuto accelerare i processi di digitalizzazione in corso per garantire l’assistenza a milioni di cittadini. Lo spostamento verso il digitale non solo è inevitabile ma è anche irreversibile e la situazione emergenziale ha dato un’ulteriore accelerazione a questo processo che era già in corso da tempo.

La strategia digitale dell’UE mira a fare sì che tale trasformazione vada a beneficio dei cittadini e delle imprese contribuendo nel contempo a raggiungere l’obiettivo di un’Europa neutra dal punto di vista climatico entro il 2050. La Commissione ha deciso di fare di questo decennio il “decennio digitale” per rimanere competitivi e stare al passo con Stati Uniti, Cina e Giappone. L’Europa deve ora rafforzare la propria sovranità digitale e fissare norme, anziché seguire quelle di altri paesi, incentrandosi chiaramente sui dati, la tecnologia e le infrastrutture.

L’Unione europea nella programmazione 2021-2027 ha stanziato 9,2 miliardi di euro al programma Europa Digitale che rientrerà nel capitolo “Mercato unico, innovazione e agenda digitale” della proposta di bilancio a lungo termine dell’UE. Inoltre, altri fondi supplementari permetteranno all’UE di investire maggiormente nell’economia e nella società digitale.

Digital Europe contribuirà a sostenere la ripresa dell’UE duramente colpita dalla pandemia di Covid-19, affiancandosi agli strumenti previsti dal Recovery plan e al Green deal europeo.

L’obiettivo di Digital Europe è mettere in atto un intervento pubblico a sostegno dei settori tecnologici in rapida evoluzione, come il calcolo avanzato, la gestione dei dati, la cybersicurezza e l’intelligenza artificiale.

Il programma sarà implementato attraverso work programme pluriennali, in cui verranno definiti i criteri per accedere ai finanziamenti. Le sovvenzioni nell’ambito del programma potranno coprire fino al 100% dei costi ammissibili. L’adozione del programma a livello UE farà in modo  che i vantaggi derivanti dalle nuove tecnologie digitali siano pienamente condivisi in tutta l’Europa.

Il programma Digital Europe, come si legge nella proposta di regolamento della Commissione, si fonda su cinque pilastri:

  1. Calcolo ad alte prestazioni, verso un’infrastruttura europea (Supercomputer)

Nell’ambito del primo pilastro del programma saranno adottate misure volte a sostenere la realizzazione di un’infrastruttura di dati e supercalcolo, accessibile su base non commerciale agli utenti pubblici e privati. Le iniziative previste, basate sulla strategia europea nel settore dei supercalcolatori, consentiranno all’UE di progredire in settori quali l’assistenza sanitaria, le energie rinnovabili, la sicurezza dei veicoli e la cybersecurity. Per questi progetti saranno messi a disposizione 2,7 miliardi di euro.

2. Intelligenza artificiale, puntare su ricerca e innovazione

L’intelligenza artificiale (IA) è al centro del secondo pilastro di Digital Europe. L’obiettivo è quello di stimolare gli investimenti in questo settore per sfruttare al massimo l’AI tenendo però in considerazione i cambiamenti socioeconomici che questa innovazione porta con sè garantendo un adeguato quadro etico e giuridico.

Imprese e pubbliche amministrazioni potranno beneficiare di un migliore accesso alle strutture di prova per avviare sperimentazioni in materia di AI e di “biblioteche europee” comuni di algoritmi che consentiranno loro di individuare e acquisire le soluzioni più adeguate alle loro esigenze. E ancora, piattaforme aperte e accesso a spazi industriali di dati per l’intelligenza artificiale saranno resi disponibili in tutta l’UE in poli di innovazione digitale che forniranno strutture di prova e di conoscenza alle PMI e innovatori. Per questi progetti saranno dedicati 2,5 miliardi di euro.

3. Cybersicurezza, le strategie adottate dall’UE e dall’Italia

Il terzo pilastro di Digital Europe è dedicato alla cybersicurezza. Saranno 2 miliardi di euro i finanziamenti a disposizione per lo sviluppo di attrezzature e infrastrutture d’avanguardia per la salvaguardia dell’economia digitale, della società e delle democrazie dell’UE sulla base di quanto previsto dal pacchetto di misure sulla cybersicurezza presentato a settembre 2017 e dalla prima legislazione a livello europeo in materia di cybersicurezza entrata in vigore a maggio 2018 (Direttiva NIS).

4. Competenze digitali

Con riferimento al quarto pilastro, Digital Europe promuoverà lo sviluppo di competenze digitali avanzate, concentrandosi su quelle relative al suo ambito di applicazione, in particolare la cybersecurity, l’intelligenza artificiale e il calcolo ad alte prestazioni. Le risorse per questo pilastro ammontano a 580 milioni di euro.

Il programma sosterrà attività di formazione destinate non solo a studenti e professionisti, ma anche alle imprese e ai lavoratori, che saranno complementari alle azioni finanziate dal Fondo sociale europeo Plus – che sosterrà l’istruzione e la formazione nell’ambito delle competenze di base e intermedie – e al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che finanzierà la formazione informatica per i lavoratori licenziati, a tutti i livelli di competenza.

Previste sinergie e complementarità tra Digital Europe e il programma Erasmus, che contribuisce allo sviluppo e all’acquisizione di competenze mediante la mobilità a fini di apprendimento e la cooperazione nell’ambito dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport.

5. Capacità digitale ed interoperabilità

L’ultimo pilastro di Digital Europe – con uno stanziamento di 1,3 miliardi di euro – si concentra sullo sviluppo e sulla diffusione di soluzioni digitali interoperabili nel settore pubblico, con l’obiettivo di assicurare l’accesso alle tecnologie digitali più avanzate, con particolare attenzione al calcolo ad alte prestazioni, all’intelligenza artificiale e alla cybersicurezza.

In particolare Digital Europe sosterrà l’adozione delle tecnologie digitali in ambiti di pubblico interesse, come la salute (la sinergia con il programma EU4Health), le comunità intelligenti e la cultura, affiancandosi anche al Green deal europeo. In conclusione possiamo dire che la Commissione intende trasformare l’Europa entro 2030 in un unico spazio digitale che abbia un peso pari al suo potere economico in modo da poter competere con gli altri. Implicitamente questo significa un’accelerazione su standard, regole e leggi comuni per eliminare ogni differenza e barriera fra i Paesi, così che un’azienda italiana, francese o spagnola, possa operare immediatamente in tutto il continente. E’ uno dei piani più ambiziosi visti fino ad oggi, con l’idea dichiarata di diventare l’economia digitale più forte, sicura e dinamica.