Preparare l’Europa, e indirettamente gli Stati Membri, ad affrontare l’evoluzione del COVID che, a seguito del manifestarsi di nuove varianti, ha messo sotto pressione il sistema sociosanitario degli Stati. Questo l’obiettivo cui si è riferita la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen con il lancio lo scorso febbraio del Piano Europeo di Preparazione alla Difesa Biologica (European bio-defence preparedness Plan) rinominato “Hera Incubator”.
Abbiamo precedentemente analizzato il processo che ha portato alla realizzazione e all’approvazione dei vaccini utilizzati nella prevenzione del COVID-19, ma l’emergere delle nuove varianti – Regno Unito, Sudafrica e Brasile – ha posto la necessità di adottare una strategia comune nel fronteggiare questa nuova fase della pandemia. L’incubatore HERA permetterà di avviare una collaborazione con ricercatori, aziende di biotecnologie, produttori e autorità pubbliche nell’UE e a livello mondiale per individuare le nuove varianti, incentivare lo sviluppo di vaccini adattati e nuovi, accelerarne il processo di approvazione e aumentare la capacità produttiva. Fungerà inoltre da modello per la preparazione a lungo termine dell’UE alle future emergenze sanitarie.
Con il Piano Europeo HERA, la Commissione ha identificato tre assi di intervento per intervenire e accrescere la capacità di sviluppare vaccini idonei a fronteggiare le varianti:
- Rilevare e analizzare le nuove varianti del virus;
- Sviluppare vaccini contro le nuove varianti per le quali gli esistenti vaccini potrebbero non essere sufficientemente efficaci;
- Produrre su larga scala vaccini idonei alle nuove varianti.
Il fine ultimo, come ricordato dalla Von der Leyen, è quello di agire in anticipo, investire su larga scala e fare sistema. Ogni asse prevedrà azioni per il raggiungimento degli obiettivi. Per maggiori informazioni vi segnaliamo questa interessante scheda informativa da scaricare dal sito della Commissione Europea.