Il 28 gennaio 2021 sono stati pubblicati i risultati dell’indagine realizzata sul greenwashing, la pratica delle imprese che dichiarano di impegnarsi a favore dell’ambiente più di quanto effettivamente facciano. L’indagine è stata realizzata dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali di tutela dei consumatori che ogni anno cercano di individuare eventuali violazioni del diritto dell’UE in materia di tutela dei consumatori nei mercati online.
Quest’anno l’indagine è stata coordinata non solo con le autorità di tutela dei consumatori in Europa, ma anche con autorità di tutto il mondo, sotto l’egida della International Consumer Protection and Enforcement Network (ICPEN), la rete internazionale per la tutela dei consumatori e l’applicazione delle norme in materia.
LE AZIONI CONTRO IL GREENWASHING
La crescita del numero dei consumatori rispettosi dell’ambiente ha portato contestualmente all’aumento dei casi di greenwashing. Come riportiamo in un nostro articolo, la spinta dell’opinione pubblica e dei movimenti ambientalisti ha fatto sì che le istituzioni europee introducessero nuove misure volte a salvaguardare il nostro pianeta fino ad arrivare al Green Deal.
Lo screening dei siti web sul greenwashing costituisce una delle numerose iniziative intraprese dalla Commissione volte a fornire ai consumatori le informazioni necessarie per effettuare scelte realmente sostenibili.
Tra le altre iniziative possiamo riportare il Green Consumption Pledge, l’impegno per consumi sostenibili, iniziativa lanciata dal Commissario Raynders il 25 gennaio 2021, e la proposta legislativa per rafforzare il ruolo dei consumatori nella transizione verde. Nell’ambito della strategia “dal produttore al consumatore” la Commissione avanzerà la proposta dell’obbligo di apporre sull’imballaggio un’etichetta nutrizionale armonizzata, in modo che i consumatori possano compiere scelte alimentari informate e sostenibili.
I RISULTATI DELL’INDAGINE SUL GREENWASHING
Le autorità nazionali di tutela dei consumatori riportano che nel 42 % dei casi le affermazioni ecologiche online nel settore dell’abbigliamento, della cosmesi e degli elettrodomestici, risultano esagerate, false o ingannevoli configurabili come pratiche commerciali sleali a norma del diritto dell’UE.
Più precisamente sono state analizzate 344 affermazioni:
- in oltre la metà dei casi il commerciante non fornisce ai consumatori informazioni sufficienti per valutare la veridicità di quanto esposto;
- nel 37 % dei casi, l’affermazione contiene espressioni vaghe come “cosciente”, “rispettoso dell’ambiente” e “sostenibile”, formule generiche ma che allo stesso tempo generano l’impressione di un prodotto senza impatto sull’ambiente;
- nel 59 % dei casi, il commerciante non aveva fornito elementi facilmente accessibili a sostegno delle sue affermazioni.
LE MISURE FUTURE CONTRO IL GREENWASHING
Le imprese interessate saranno contattate dalle autorità nazionali che segnaleranno e risolveranno i problemi riscontrati. I risultati dell’indagine confluiranno nella valutazione d’impatto che sarà redatta per la nuova proposta legislativa volta a dotare i consumatori dei mezzi per la transizione verde, così come annunciato nella nuova agenda per i consumatori. Per ulteriori informazioni consulta la scheda informativa sul regolamento sulla tutela dei consumatori e la pagina dei diritti dei consumatori nell’UE.
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