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Giornata del rifugiato: l’UE in prima linea per la crisi in Ucraina

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Il 20 giugno è la Giornata Mondiale del Rifugiato, una ricorrenza che riguarda sempre molto da vicino l’Unione Europea e che quest’anno cade durante l’enorme crisi umanitaria causata dal conflitto in Ucraina.

Nel mezzo della crisi di rifugiati in più rapida crescita a livello mondiale, l’UE ha intrapreso un’azione decisiva per fornire protezione a coloro che fuggono dalla guerra in Ucraina e garantire assistenza umanitaria nel paese e negli Stati confinanti.

L’anno scorso sarebbe risultato impensabile che 14 milioni di persone in un paese alle porte dell’Unione Europea sarebbero state costrette a lasciare le loro case per scappare dalla guerra. Oggi ci troviamo davanti al più grande movimento di rifugiati in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

L’UE e i suoi Stati membri sono al fianco degli ucraini, fornendo rifugio a oltre sei milioni di persone fuggite nei paesi vicini, principalmente in Polonia, Romania, Ungheria e Slovacchia. La maggior parte di coloro che fuggono sono donne e bambini che stanno vivendo in prima persona gli orrori della guerra.

A tal fine, l’UE ha attivato la Direttiva di protezione temporanea e ad oggi ha concesso lo status di protezione temporanea a quasi 3,4 milioni di persone, dando loro accesso al mercato del lavoro dell’UE, alloggi adeguati, assistenza sociale, assistenza medica e istruzione.

Oggi, più di cento milioni di persone sono sfollate con la forza in tutto il mondo, da paesi come Afghanistan, Siria, Yemen, Myanmar, Venezuela e Burkina Faso. Lavorando con le Nazioni Unite e la comunità internazionale, l’UE rimane uno dei principali fornitori di aiuti umanitari e di sviluppo che sostiene le popolazioni colpite dai conflitti fornendo loro le possibilità di accedere a cibo, alloggi, istruzione, assistenza sanitaria e altri servizi di base in tutto il mondo.

Ora più che mai, l’UE continua a impegnarsi a sostenere coloro che sono costretti a lasciare le loro case in tutto il mondo.

Fonte https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/statement_22_3803