Ogni Stato membro detiene la presidenza del Consiglio dell’Unione europea per sei mesi a rotazione. Nel corso del 2021 abbiamo visto avvicendarsi la Presidenza portoghese e la Presidenza slovena, mentre dal 1° gennaio 2022 è entrata in carica la Presidenza della Francia.
Il Consiglio dell’Unione Europea è l’istituzione che più di tutte esprime i governi nazionali. Riunisce infatti i ministri degli Stati Membri in base al settore tematico.
Le sue funzioni comprendono il concorso al procedimento legislativo insieme al Parlamento europeo, detiene anche poteri di bilancio, adotta alcune decisioni e raccomandazioni non vincolanti, conclude accordi internazionali a nome dell’UE e nomina i membri di alcune istituzioni.
La Presidenza si configura dunque a rotazione semestrale, sentiamo quindi parlare del “Semestre europeo“, e lo Stato membro che detiene la presidenza ha il ruolo di definire l’agenda e assicurare l’appropriata conduzione dei lavori, nonché quello di interfacciarsi con le altre istituzioni europee.
Nel suo discorso di fine anno il Presidente francese Emmanuel Macron ha fatto riferimento al mandato che spetta ora alla Francia fino al giugno di quest’anno.
Con il motto “Relance, puissance, appartenance” – rilancio, potere e appartenenza – Parigi punta in particolare a rafforzare la difesa comune europea, ad avviare una riforma di Schengen e a dare un nuovo corso alle relazioni con l’Africa con un vertice dedicato, ma anche a dare nuovo slancio alle politiche climatiche dell’Unione in vista dell’avvicinarsi delle scadenze di riduzione delle emissioni inquinanti. Oltre a queste, la ripresa economica in risposta alla pandemia di Covid resta la prima priorità.
Non è mancato il monito verso i governi populisti e ai critici dell’UE: “Ci sono forze politiche che mettono in discussione quale sia la base dei valori che hanno fatto la nostra Europa. Dobbiamo quindi pensare a nuovi strumenti, non solo di sanzioni, ma anche di incoraggiamento e sostegno. C’è un profondo lavoro politico perché dobbiamo guarda anche ai Paesi che dubitano della realtà o della rilevanza di questi valori”.
E i primi euroscettici Macron li ha dovuti affrontare proprio in casa. La scelta di segnare l’inizio della Presidenza francese illuminando di blu l’Arco di Trionfo e issando la bandiera dell’Unione Europea ha scatenato l’ira delle destre. Marine Le Pen, leader del Ressemblement National, ha definito l’esposizione della bandiera europea nel luogo in cui si trova la tomba del milite ignoto un “attentato dell’identità della nostra patria”.
Ieri la bandiera è stata rimossa. A detta dell’Eliseo è stato rispettato il calendario che era già stato prestabilito, ma la destra esulta e definisce il risultato una “bella vittoria patriotica”.
Insomma, questo inizio di semestre non sembra promettente. E’ auspicabile che lo scontro elettorale in Francia non mini la costruzione di un clima distensivo e conciliante tra le diverse forze in gioco e le diverse visioni dell’Europa.