Il 20 maggio la Commissione Europea ha approvato la strategia “Dal produttore al consumatore”, con l’obiettivo di promuovere una produzione alimentare più sostenibile. Il progetto fa parte del Green Deal, un insieme di iniziative politiche che hanno come obiettivo generale quello di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. Per tale accordo sono stati stanziati 100 miliardi di euro.
Il piano rappresenta una nuova opportunità economica per i produttori, per coloro che trasformano le materie prime e per chi distribuisce il prodotto finito. Le iniziative promosse dalla Commissione Europea, al fine di promuovere un’alimentazione sostenibile e soprattutto consapevole, coinvolgono infatti tutti e tre i settori della catena alimentare: quello produttivo, tecnologico e di distribuzione.
Dal punto di vista della produttività, l’intenzione è quella di ridurre del 50% l’utilizzo di pesticidi chimici, incentivando l’agricoltura biologica. Tutto ciò già entro il 2030.
Dal punto di vista del consumo invece, l’Europa ha dichiarato che l’assunzione media di carni rosse, zuccheri, sale e grassi continuano a superare i livelli raccomandati, mentre il consumo di cereali integrali, legumi, frutta e verdura, resta ancora molto basso. Diviene dunque fondamentale continuare a promuovere una dieta basata per lo più su nutrienti vegetali e proteine derivanti dai legumi piuttosto che dalla carne rossa, raccomandata solo in piccole dosi.
Senza alcun dubbio, è fondamentale che il consumatore possa aver acceso a delle informazioni chiare ed ufficiali, che rendano più semplice la selezioni di prodotti sani e sostenibili: per tale scopo la Commissione ha proposto l’obbligatorietà di etichettatura dei valori nutrizionali del prodotto, da porre sulla parte anteriore dell’imballaggio. In più, verrà valutata anche la possibilità di inserire un’etichetta con dichiarazioni ambientali volontarie da parte delle aziende private.
Con questa strategia, l’Europa pone dunque l’accento sulla salute dei cittadini, impegnandosi ancora di più a garantire ad essi il consumo di alimenti sani ed economicamente accessibili. La sicurezza alimentare, è infatti una prerogativa essenziale per promuovere la salute pubblica, pertanto sono stati stanziati 10 miliardi di euro per la ricerca in campo alimentare, e una parte di essi sarà impiegata più nello specifico nella ricerca sulle proteine vegetali e sui prodotti alternativi alla carne.
Ma non è tutto. Infatti, il sistema alimentare sostenibile elaborato dall’UE, non si limita solo alle implicazioni direttamente rilegate al cibo, ma si concentra anche sulla mitigazione dei cambiamenti climatici ed eventuali adattamenti ad essi. Questo perché, è importante che l’accesso al cibo sia garantito sempre e per tutti anche in casi di catastrofi naturali e pertanto, le nuove misure di alimentazione sostenibile devono presentare un impatto neutro o positivo sull’ambiente, preservando le risorse marine e quelle della terra.
La biodiversità è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi, è essenziale per la produttività degli ecosistemi (suolo, foresta, lago…), è per questo che la nuova strategia europea si preoccupa di invertirne la perdita e garantirne la salvaguardia.
Il tutto verte nella direzione di un’“economia sostenibile”, in cui il concetto di alimentazione sostenibile diviene molto importante anche in termini di rendimenti economici più equi, promuovendo la competitività della catena di distribuzione di tutta la comunità e garantendo adeguati compensi economici ai lavoratori del settore.
Il progetto considera consumatori e produttori, ed in un contesto in cui i consumatori scelgono sempre più alternative sostenibili, viene data a questi ultimi la possibilità di determinare cambiamenti significativi sia nel mercato alimentare che nell’ambiente. In questo modo, anche il singolo cittadino europeo, attraverso la scelta di un prodotto alimentare, può riporre il suo piccolo mattone verso la costruzione di un Europa più sostenibile.