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End the Cage Age: l’UE si avvicina all’abolizione delle gabbie negli allevamenti

allevamenti

Sono più di 300 milioni gli animali che nell’Unione europea passano tutta la loro vita o una parte significativa imprigionati in gabbie negli allevamenti, limitati nei movimenti e senza alcun controllo sulla propria vita. A livello scientifico non vi sono dubbi sulla capacità di tali animali, dalle scrofe alle galline, di provare dolore e gioia in quanto esseri senzienti e sulle gravi conseguenze che i sistemi di allevamento in gabbia provocano sul benessere fisico e mentale degli animali.

Tali condizioni persistono nonostante la normativa UE sul tema, dal Trattato di Amsterdam del 1997 che riconosce a tutti gli animali lo stato di esseri senzienti, alla Direttiva 98/58/CE che sancisce i principi sulla protezione degli animali negli allevamenti che riguardano il ricovero, l’alimentazione e le cure adeguate alle loro esigenze. Diverse normative riguardano alcune specie di animali, come la Direttiva 1999/74/CE che stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole e che ha portato nel 2012 al divieto di utilizzo di gabbie “convenzionali” in batteria, ma consentendo ancora le cosiddette gabbie “arricchite” caratterizzate da 750 cm² di spazio rispetto ai 550 cm² delle gabbie convenzionali.

A livello nazionale, alcuni Stati membri dell’UE hanno introdotto dei divieti verso certe forme di allevamento in gabbia. In Austria e in Lussemburgo ad esempio sono vietate anche le gabbie “arricchite” per le galline ovaiole, mentre in Svezia lo sono tutte le gabbie per scrofe e lo stesso si è impegnata a fare la Germania entro il 2030.

L’iniziativa “End the Cage Age”

Anche l’opinione pubblica d’altronde è sempre più sensibile alla tutela del benessere e dei diritti degli animali, come dimostrato anche dai risultati dell’Eurobarometro sul benessere animale 2016: il 94% delle persone in Europa crede che proteggere il benessere degli animali da fattoria sia importante e l’82% crede che gli animali da allevamento necessitino di una migliore tutela.

Non sorprende quindi che nel 2018 più di 170 organizzatori e cittadini abbiamo organizzato l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE)End the Cage Age” per l’eliminazione dell’uso delle gabbie negli allevamenti europei.

L’ICE è un importante strumento di democrazia partecipativa all’interno dell’UE, grazie alla quale un milione di cittadini residenti in un quarto degli Stati membri può invitare la Commissione a presentare una proposta di atto giuridico ai fini dell’attuazione dei trattati UE.

Il 2 ottobre 2020, “End the Cage Age” ha presentato quasi 1,4 milioni di firme convalidate in tutta Europa ed è arrivata in Parlamento europeo.

La risposta dell’UE

In seguito all’ICE, la Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha richiesto alla Commissione europea di presentare un progetto di legge dell’UE sull’agricoltura equa e sostenibile e di proporre una revisione delle norme esistenti sulla protezione degli animali da allevamento. Questi cambiamenti legali dovrebbero aprire la strada all’eliminazione graduale dell’uso delle gabbie negli allevamenti animali dell’UE entro il 2027.

Il progetto di risoluzione è stato approvato dalla Commissione agricoltura e dovrà ora essere esaminato dal Parlamento nel suo insieme, probabilmente durante la sessione plenaria del 7-10 giugno.

Le alternative all’allevamento in gabbia infatti esistono e sono già state implementate con successo in alcuni Stati membri, ma per garantire condizioni di parità per gli allevatori è necessaria una legislazione a livello europeo. Tra le proposte degli europarlamentari vi è l’uso di un approccio specie per specie, che quindi tenga conto delle caratteristiche dei diversi animali e garantisca sistemi di stabulazione adatti alle diverse esigenze. È necessaria inoltre un’innovazione nella politica commerciale europea, che faciliti l’innalzamento degli standard europei di benessere degli animali e metta in atto controlli e verifiche efficaci per garantire che i prodotti agroalimentari importati soddisfino tali standard, contribuendo alla promozione del benessere animale a livello internazionale.