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Dialogo interculturale e convivenza democratica

Dialogo interculturale e convivenza democratica

L’esperienza del diverso e delle umane differenze culturali fa ormai sempre più parte del nostro quotidiano, dal contesto scolastico a quello lavorativo, dal mediatico al politico. Eppure, anziché abituarci a questa idea, talvolta ne risultiamo esasperati e di fronte a chi non riconosce i nostri riferimenti valoriali, finiamo col praticare quella che è la strada più semplice: difesa, chiusura, intolleranza, denigrazione e divisione. Come se l’identità fosse soltanto unica e fosse soltanto la mia.Il dialogo interculturale è promosso dalle istituzioni dell’Unione Europea attraverso politiche e programmi nel campo della gioventù e in altri settori, come l’istruzione, il multilinguismo, la cultura e l’integrazione.Per dialogo interculturale si intende uno scambio aperto e rispettoso di punti di vista tra individui o gruppi con background etnici, culturali, religiosi e linguistici diversi sulla base della comprensione e del rispetto reciproci. Il dialogo interculturale e un quadro di programmi educativi che abbiano l’apprendimento interculturale nel proprio approccio costituiscono entrambi un obiettivo politico e sono due concetti diversi, non concorrenti, interdipendenti e interconnessi. Infatti, gli approcci educativi e i programmi in cui si possono trovare obiettivi di dialogo interculturale potrebbero non avere “interculturale” come dimensione esplicita ma trattarsi di dialogo interreligioso, inclusione di minoranze culturali, educazione alla pace e gestione dei conflitti, educazione ai diritti umani.La consapevolezza e la comprensione portate dal dialogo interculturale sono considerate strumenti di riconciliazione e tolleranza, di prevenzione di conflitti e garanzia di integrazione e coesione della società.I valori fondanti dell’Unione europea in materia di libertà, democrazia, dignità umana e stato di diritto sono oggi rilevanti come mai prima d’ora. Essi continuano a guidare la legislazione, le politiche e le attività dell’UE per promuovere l’uguaglianza intesa come la non discriminazione e la diversità in tutta Europa. La Commissione Europea ha intrapreso e sostenuto una serie di iniziative a sostegno del dialogo interculturale, ora attraverso il programma Europa Creativa[1] ed in precedenza con il programma Cultura[2], iniziative che si basano sul successo dell’anno europeo 2008 per il dialogo interculturale, della piattaforma Europa interculturale(2008-2013)[3] e dell’European Website for Integration, dove informarsi sulle buone pratiche in merito al dialogo interculturale[4]. I finanziamenti per l’Europa Creativa offrono spazio per attività, all’interno e all’esterno dell’UE, che promuovano il dialogo interculturale, l’apertura verso altre culture e l’integrazione, anche alla luce del numero senza precedenti di rifugiati e richiedenti asilo che dal 2015 giungono in UE, al fine diintegrare migranti e rifugiati nelle società anche attraverso le arti e la cultura. Poiché la pratica di valori condivisi inizia“a casa”, la Commissione Europea promuove inoltre la diversità e l’inclusione insieme al proprio personale.La Commissione è già un’organizzazione diversificata e inclusiva: ha personale di tutti gli Stati membri, 24 lingue ufficiali, un miglioramento dell’equilibrio di genere nella sua forza lavoro e una quota auto-dichiarata di circa il 6% del personale con disabilità[5].Nella stessa comunicazione della Commissione “A better workplace for all”si sottolinea che verrà allargato il raggio di azione adattandolo al mondo che cambia, sviluppando ulteriormente i canali di comunicazione della “diversità”, attraverso organizzazioni e associazioni di esperti rappresentanti persone di diversi gruppi target, al fine di comprendere i loro bisogni e le barriere che devono affrontare, rimanendo un posto attraente e motivante in cui lavorare per tutti i membri della società europea.Trasformare l’ambiente di lavoro e non, in un ambiente favorevole alla “diversità” implica offrire ai richiedenti e al personale mezzi sicuri per denunciare pratiche inique, discriminatorie o ostili, in particolare sulla base degli elementi di identità personale menzionati nello Statuto, ovvero sesso, razza, colore, etnia o origine sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o credo, opinioni politiche o di altro genere, appartenenza a una minoranza nazionale, disabilità, età o orientamento sessuale.

Come iniziare a trasmettere gli stessi valori anche al di fuori degli uffici istituzionali?

Pensiamo alla scuola: qualora chiedessimo a studenti e insegnanti in paesi come l’Italia o la Romania se siano mai stati testimoni di un comportamento discriminatorio, non mancherebbe la risposta “Sì”.

I motivi sono differenti.

La scuola italiana sta vivendo sempre di più nuovi afflussi di alunni con cittadinanza straniera, stando agli ultimi dati dell’ a.s. 2018/2019: 109.833 alunni stranieri nella scuole dell’ infanzia, 304.100 nelle scuole primarie, 178.270 nelle secondarie di I grado, 195.733 nelle secondarie di II grado[6]. La scuola rumena invece, affronta il difficile problema dell’abbandono scolastico, dovuto ad alti tassi di povertà infantile e rischio di esclusione sociale di cui soffre 1 bambino su 2 ancora oggi[7].Partendo dal problema della discriminazione nelle scuole e del contrasto all’abbandono scolastico, che sono uno degli obiettivi principali della strategia “Europa 2020”, tale sfida non può che avvenire attraverso la condivisione delle buone pratiche europee e lo sviluppo del sentimento di appartenenza ad un unica comunità europea: insegnare agli studenti tolleranza, non discriminazione e rispetto dei diritti umani, sensibilizzare all’uguaglianza, portare ad una migliore integrazione di chi non è attualmente incluso e rafforzare, quando possibile, competenze digitali e linguistiche per scoprire la cultura e le tradizioni dei paesi partner anche visitandoli. Tanto più si creeranno gruppi eterogenei in cui ci siano studenti di diversa estrazione sociale, culture, livello di istruzione, etnie, religione, generi quanto più tutti gli studenti saranno in grado di apprendere valori come l’equità, la tolleranza e la non discriminazione, e quanto più verrà ridotto il sentimento di emarginazione ed esclusione, aumentando l’adattabilità e la capacità di integrazione socio-scolastica, migliorando le relazioni, riducendo comportamenti e atteggiamenti negativi e di abbandono.L’ obiettivo di consentire il successo a tutti, stranieri e cittadini nativi, persone con ostacoli di apprendimento e provenienti da aree svantaggiate e non, porta ad ottenere come risultato finale il rispetto del valore di ciascuna identità nazionale e del valore aggiunto di una comune identità europea, frutto dello sviluppo di un sentimento di appartenenza, di responsabilità, di fiducia e di rottura di stereotipi e pregiudizi. Miriamo a creare una comunità attiva e socialmente impegnata: il dialogo interculturale è l’unica risorsa per immaginare e praticare una civile convivenza, basata su pace e giustizia per tutti. Tutte le altre formule di confronto sono destinate a produrre una società involuta, perché si finirebbe per negare tutte le conquiste individuali e collettive raggiunte finora nel continente europeo.

 

 

 

[1] Creative Europe Programme (2014-2020), European Commission https://ec.europa.eu/programmes/creative-europe/

[2] Culture Programme (2007-2013) European Commission https://ec.europa.eu/programmes/creative-europe/preivous-programme/culture

[3] Intercultural Dialogue, European Commissionhttps://ec.europa.eu/culture/policy/strategic-framework/intercultural-dialogue_en

[4] European Website on Integration https://ec.europa.eu/migrant-integration/search?advanced=1&search=&advtype=intpract&advContentLang=all&advThematic=F8952504-99E5-66EA-E1C0735E701C24AF&advThematic=F89526D1-00EE-61A0-39C82776CA94F9D3&advThematic=45480998-F823-E3CB-74C3981274F05938

[5] “Communication of the Commission, a betterworkplace for all: from equalopportunitiestowardsdiversity and inclusion” – EuropeanCommission, 2017 https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/communication-equal-opportunities-diversity-inclusion-2017.pdf

[6] “Focus: Principali dati della scuola – avvio anno scolastico 2018/2019” Miur, 2018 https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Principali+dati+della+scuola+-+avvio+anno+scolastico+2018-2019.pdf/fb3e7b10-e2bc-49aa-a114-c41ef53cacf9?version=1.0

[7] “The minimum package of services” Programme, Unicef, 2017 https://www.unicef.org/romania/minimum-package-services