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Dentro o fuori?

Nuovi Membri UE

“Un’Europa forte in un mondo di sfide” è il motto della nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen che nel suo primo semestre di lavoro decide di basare il suo governo su quattro pilastri: un’Europa che sviluppa, un’Europa che unisce, un’Europa che protegge e un’Europa che sia influente.

Proprio in tale ottica si guarda al futuro dell’Unione Europea dopo la Brexit e ci si domanda se vi saranno nuovi membri. Albania, Macedonia del nord, Montenegro, Turchia e Serbia, sono i paesi che hanno intrapreso i negoziati per l’adesione all’Unione Europea e qualora questi portassero all’effettiva adesione garantirebbero maggiore prosperità per gli Stati membri in materia di scambi commerciali, maggiore stabilità dell’Unione Europea e una maggiore influenza a livello mondiale dell’Unione.  Il 15 ottobre 2019 il Consiglio Europeo ha discusso della possibilità di riaprire i negoziati per l’adesione di Albania paese candidato dal 2014 e Macedonia del nord paese candidato dal 2005,  tuttavia nei confronti dell’Albania la Francia, la Danimarca e i Paesi Bassi hanno apposto il veto, Emmanuel Macron ha motivato tale decisione affermando che “prima di riaprire i negoziati è necessario riformare la procedure di adesione”.  Il 17 e il 18 ottobre 2019 il Consiglio ha però deliberato posticipando la questione dell’allargamento a maggio 2020 prima del vertice UE-Balcani occidentali che si terrà a Zagabria.

La procedura di adesione è molto complessa, infatti, un paese che desidera aderire all’Unione Europea deve soddisfare i criteri di adesione definiti nel 1993 durante la riunione del Consiglio europeo di Copenaghen, anche definiti  ‘criteri di Copenaghen’, che stabiliscono l’ammissibilità della candidatura solo se lo stato sia dotato di istituzioni stabili e democratiche, se abbia un’economia di mercato affidabile e capace di affrontare la concorrenza nel Mercato Unico Europeo, se possa rispettare gli obblighi politici, economici e monetari dell’Ue e se sia in grado di adattare il proprio ordinamento giuridico interno alle norme comunitarie. A tali criteri si aggiungono poi i vincoli stabiliti dall’articolo 49 del TUE secondo cui, ogni stato geograficamente parte dell’ Europa  che promuova i valori sanciti dall’articolo 2 del TUE, quali il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, possa domandare di diventare membro dell’Unione.

Durante la fase dei negoziati la Commissione Europea svolge un ruolo fondamentale supportando i candidati, tale fase può durare diversi anni ed ha l’obiettivo di preparare un trattato di adesione concluso tra la Commissione e il paese candidato, che dovrà  poi essere approvato dal Consiglio Europeo all’unanimità e dal Parlamento Europeo.

L’interruzione dei negoziati con l’Albania e la Macedonia del nord potrebbero trovare nella nuova Commissione Europea un gran sostegno, la neo presidente ha infatti riconosciuto gli sforzi fatti dai due candidati per avvicinarsi il più possibile agli standard europei e per ciò meritevoli di riconoscimento. Come disse Abraham Lincoln “La cosa migliore del futuro è che arriva solo un giorno alla volta” quindi chissà cosa riserverà per i paesi candidati il nuovo anno. Staremo a vedere.