Sì definitivo alla Camera per una legge importante che permetterà un maggior controllo del web e dei minori che vi navigano
Giunto finalmente alla sua conclusione l’iter legislativo contro la lotta al cyberbullismo. Dal 18 giugno la legge n.71/2017, che reca “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, è ufficialmente entrata in vigore. Il percorso è stato lungo e tortuoso, rimbalzando per ben tre volte tra le commissioni e le aule di Palazzo Madama e di Montecitorio, con l’approvazione finale alla Camera dei deputati del testo definitivo con 432 favorevoli e una sola astensione. Questa legge rappresenta davvero una novità in un campo, quello del web, in continua evoluzione, ma ancora scarsamente regolamentato, e in cui il fenomeno del cyberbullismo è in forte crescita.
Questi i punti fondamentali del ddl: innanzitutto il minore, bersaglio di cyberbullismo, potrà chiedere al gestore del sito internet o del social media l’oscuramento, la rimozione o il blocco della “cyberaggressione” e di qualsiasi altro dato personale, anche senza la richiesta di un genitore o di un adulto maggiorenne; nel caso in cui il gestore, che entro le 24 ore successive al ricevimento dell’istanza avrà l’obbligo di comunicare di aver ricevuto e preso in carico l’istanza richiesta, non proceda alla rimozione entro le 48 ore successive, informato il genitore, la vittima potrà rivolgersi al Garante per la Privacy. Questo, a sua volta, avrà 48 ore per intervenire. Se il cyberbullo ha più di 14 anni verrà convocato insieme al genitore o a entrambi i genitori dal Questore o dal Garante per la protezione dei dati personali, che provvederà a prescrivere le opportune misure di ammonimento in vigore fino alla maggiore età, quando il reato sia procedibile a querela o a denuncia. La legge sul cyberbullismo si è resa necessaria a seguito di una serie di eventi drammatici accaduti principalmente ad adolescenti e si appoggia a una serie di iniziative di informazione e prevenzione del fenomeno che coinvolgono anche cittadini privati e, soprattutto, i servizi socio-educativi presenti sul territorio, compresi gli istituti scolastici. “Come per il bullismo tradizionale” – scrive la Dott.ssa Anna Oliverio Ferraris, psicologa, psicoterapeuta e professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo all’Università La Sapienza di Roma – “le conseguenze psicologiche del cyberbullismo colpiscono l’area individuale e relazionale delle persone prese di mira con possibili effetti negativi sull’autostima, sulle capacità socio-affettive, sul senso di autoefficacia e sull’identità personale”.