La Commissione Europea ha proposto un marchio europeo per le piattaforme di crowdfunding focalizzato sull’investimento e sul prestito. L’obiettivo è sviluppare attività transfrontaliere e tutelare i consumatori. I fornitori dei servizi di crowdfunding potranno presentare una domanda per un marchio UE: un indicatore di trasparenza e di sicurezza per l’intermediazione finanziaria, consentendo agli investitori di concentrarsi sulla fattibilità dei progetti che desiderano sostenere. Inoltre, assicurerà la parità di condizioni normative per tutti coloro che lo otterranno. E’ una delle novità della proposta di Regolamento per i fornitori dei servizi di crowdfunding per le imprese presentata lo scorso 8 marzo.
Il marchio rappresenterà dei requisiti standard che i servizi di crowdfunding dovranno seguire, per quanto concerne:
- il funzionamento e l’organizzazione dei fornitori di servizi;
- l’autorizzazione e la vigilanza dei fornitori di servizi;
- la trasparenza e le comunicazioni di marketing in relazione alla fornitura di servizi nell’Unione.
La proposta della nuova normativa deve essere considerata all’interno del piano di azione FinTech, in quanto l’iniziativa promuove la comprensione della tecnologia finanziaria e il suo settore. In una nota della Commissione Europea su questo tema si legge: “l’Europa dovrebbe diventare un polo mondiale per le tecnologie finanziarie per gli investitori e per le imprese dell’UE che dovrebbero poter trarre il massimo beneficio dai vantaggi offerti dal Mercato Unico in questo settore in rapida evoluzione. Come primo risultato importante la Commissione presenta inoltre nuove norme che consentiranno alle piattaforme di crowdfunding di crescere in tutto il Mercato Unico dell’UE”.
Il crowdfunding, dunque, viene riconosciuto dall’UE come uno strumento di sviluppo per imprenditori, start-up, imprese e PMI in crescita. Viene visto come un’alternativa ai prestiti bancari e ad altre forme di finanziamento che risultano essere più costose e meno accessibili, specialmente quando si è nella fase iniziale dell’attività.
Quale impatto avrà a livello europeo l’applicazione della nuova noramtiva?
All’interno del documento di lavoro dei servizi della Commissione sulla valutazione di impatto, si dichiara che questa iniziativa contribuirà a rendere il sistema finanziario europeo più stabile, in quanto saranno presenti ulteriori modelli di business con il quale poter mettere sul mercato prodotti o servizi innovativi. Questi, spesso provengono dalle PMI, le quali pur impiegando il 67% dei lavoratori europei si scontrano con le enormi difficoltà nel reperire i finanziamenti. A dimostrarlo è l‘indagine Innobarometro 2016, che conferma quanto l’accesso ai finanziamenti sia un ostacolo fondamentale alle attività di ricerca e sviluppo e all’immissione sul mercato di prodotti o servizi innovativi. Si prevede una maggiore tutela per gli investitori e per la concorrenza tra gli operatori di mercato, in quanto ci saranno regole comuni sulla governance e sulla trasparenza delle piattaforme.
Infine, si offriranno garanzie agli investitori transfrontalieri per minimizzare i rischi e aumentare la loro fiducia sull’utilizzo di questo strumento (ad esempio in tema di conflitti di interesse, attività fraudolente, migliori informazioni sui progetti finanziati)
La proposta, tuttavia, non riguarda tutte le forme di crowdfunding ed esclude specifici utilizzi:
– i sistemi che si basano su donazioni e ricompense non vengono considerate, in quanto non riguardano prodotti finanziari e possono causare una sproporzione fra i modelli di business e il servizio proposto.
– servizi forniti ai titolari di progetti assimilabili ai consumatori quali definiti all’articolo 3, lettera a), della direttiva 2008/48/CE (as esempio: prestiti al consumo), in quanto non rappresentano un’attività di prestito alle imprese e rientrano parzialmente nell’ambito di applicazione di normative UE già esistenti.
In conclusione, il crowdfunding è ormai funzionale grazie alle tecnologie digitali e può essere considerato come un ulteriore input per migliorare e trasformare, digitalmente, una società composta da consumatori che diventeranno più consapevoli sui servizi ai quali accedono.