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Cooperazione internazionale: l’Italia diventa partner di sviluppo dell’ASEAN

Italia diventa partner di sviluppo dell’ASEAN

Passo storico per la cooperazione internazionale italiana. Il 9 settembre 2020 l’Italia ha visto approvata la propria candidatura come partner di Sviluppo dell’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, organizzazione intergovernativa che ambisce a promuovere la crescita economica degli Stati membri e la stabilità regionale. L’annuncio è stato dato dalla Farnesina tramite un Comunicato, che sottolinea come questo risultato sia il frutto di un lungo lavoro negoziale che ha visto rallentamenti dettati dalla diffusione del COVID-19.

L’ASEAN fu costituita l’8 Agosto del 1967 a Bangkok da Filippine, Malesia, Indonesia, Singapore e Thailandia, cui negli anni si sono aggiunti Brunei, Vietnam, Laos, Myanmar e Cambogia, delineando l’attuale conformazione con 10 Stati membri e costituendo nel 2015 una Comunità economica unificata con lo scopo di competere con Cina e India. L’Asean ha una grande rilevanza strategica ed economica tanto sullo scenario asiatico quanto nel contesto mondiale e consente agli Stati Membri di poter espandere ancora di più il proprio peso politico in numerosi contesti internazionali.

Come affermato nell’ASEAN Declaration, l’organizzazione promuove la pace regionale tramite il rispetto della legge e lo stato di diritto in conformità alla Carta delle Nazioni Unite, fornisce assistenza per mezzo di formazione e centri di ricerca nei settori dell’educazione, del lavoro e della sfera amministrativa e opera per mantenere solidi rapporti di cooperazione con esistenti organizzazioni regionali e internazionali con scopi e attività similari.

Il riconoscimento dell’Italia come partner di sviluppo garantirà al nostro paese di mettere in atto un Piano di Azione per realizzare interventi in cinque aree fondamentali:

  • Cooperazione politica e di sicurezza
  • Cooperazione socioculturale
  • Cooperazione economica e connettività
  • Cooperazione ambientale e agricola
  • Cooperazione sanitaria