L’iniziativa promossa dall’Unione Europea per celebrare l’eterogeneità della sua cultura e del suo grande patrimonio quest’anno compie 36 anni. Il progetto “Capitale europea della cultura” ha visto difatti il suo inizio nel 1985 grazie all’idea sostenuta dall’allora Ministro greco della Cultura Melina Mercouri, il cui obiettivo era valorizzare le differenti popolazioni del continente, ma soprattutto estendere il senso di appartenenza comunitario individuando uno spazio di condivisione culturale e incentivando lo sviluppo delle città.
La designazione delle capitali europee della cultura
Essere selezionate come capitali europee della cultura costituisce una grande opportunità per le città, dal momento che la candidatura incentiva lo sviluppo non solo culturale, ma anche un reale risveglio sociale ed economico. Il riconoscimento internazionale del titolo, difatti genera una grande affluenza di nuovi turisti, la riqualificazione dei centri urbani e l’accrescimento della consapevolezza di appartenenza a una comune storia.
Tutti gli Stati membri dell’Unione – ivi compresi i paesi candidati, potenziali e i membri dell’EFTA/EEA – che prendono parte al programma “Creative Europe” possono ospitare una capitale europea della cultura. Il processo di selezione prende avvio sei anni prima l’anno di nomina e durante questo arco temporale gli Stati membri predefiniti aprono le candidature per le città che desiderano prendere parte al progetto. La fase di selezione è supervisionata da una giuria indipendente di esperti del settore culturale, la quale è chiamata a individuare le città candidate sulla base di criteri stabiliti in una fase di preselezione. Al termine della fase di selezione – che comporta un lavoro di circa due anni – ad ogni Stato membro ospitante viene indicata la città con la migliore votazione.
Una volta individuata la città candidata, nei quattro anni precedenti l’anno della nomina, in ogni paese ospitante viene avviata la fase di pianificazione e preparazione dell’evento, durante cui la giuria e la Commissione europea svolgono attività di affiancamento, orientamento, consulenza e monitoraggio, volte in particolar modo a identificare la vincitrice del Premio Melina Mercouri.
La fase finale, ovvero quella di valutazione dei risultati, è prevista invece entro la fine dell’anno successivo rispetto quello della nomina e comporta l’elaborazione di una relazione di valutazione da parte dello Stato membro ospitante e deve poi essere trasmessa alla Commissione europea.
L’impatto della pandemia
La diffusione della pandemia di coronavirus che ha colpito il mondo ha innescato l’adozione di misure altamente stringenti da parte di tutti i paesi dell’Unione, impattando inevitabilmente sulle attività delle città candidate al progetto nel 2020.
Per far fronte a tali difficoltà, la Commissione europea ha avanzato una proposta al Consiglio e al Parlamento per consentire alle città di Rijeka (Croazia) – nota anche con il nome di Fiume – e Galway (Irlanda) di estendere il periodo di assegnazione fino ad aprile 2021 e di posticipare il progetto 2021 all’anno successivo per quanto riguarda la città Novi Sad e al 2023 per le città di Timișoara e Elefsina.