L’Assemblea generale delle Nazioni unite ha dichiarato il 2017 “Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo”, per favorire l’ambiente e le economie in difficoltà.
Il turismo, per il benessere delle persone e del pianeta, deve essere un’opportunità e non un problema: ecco perché l’Assemblea generale della Nazioni unite ha deciso, il 7 dicembre 2015, che il 2017 sarebbe stato l’Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo. A quindici anni di distanza dalla prima celebrazione del turismo sostenibile, si è sentita l’esigenza di ribadire la necessità di usare questo settore del mercato – che genera ogni anno un fatturato di circa 1.260 miliardi di dollari – per il bene dell’ambiente e delle persone.
Il concetto di turismo sostenibile è stato introdotto nel 1988, circa un anno dopo la definizione di sviluppo sostenibile, dall’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto); indica un modo di viaggiare rispettoso del pianeta, che non altera l’ambiente – naturale, sociale e artistico – e non ostacola lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche. Si tratta in pratica di un tipo di turismo non distruttivo, con un impatto ambientale basso e che punta a favorire le economie più in difficoltà.
La definizione si oppone a quella di turismo di massa, che non tiene conto delle specificità dei territori, è invasivo e non favorisce di certo lo sviluppo economico, sociale e ambientale dei paesi più poveri.
L’impatto dei turisti è spesso elevatissimo, lo confermano i dati dell’Eea – l’Agenzia europea per l’ambiente: secondo uno studio del 2015 aggiornato a novembre 2016, per esempio, i turisti europei consumano ogni giorno dalle 3 alle 4 volte l’acqua che consumerebbero normalmente, mentre il trasporto aereo in UE sarebbe uno dei settori maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra in atmosfera.