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Agenda Urbana per l’UE: 5 casi studio per affrontare i danni economici della pandemia

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Agenda Urbana per l'UE

Quale impatto a lungo termine avrà la pandemia sui posti di lavoro e sulle competenze nelle città europee? Per rispondere a tale domanda la Commissione europea ha recentemente pubblicato il primo di una serie di articoli basata sul lavoro delle 14 Partnership dell’Agenda Urbana per l’UE, al fine di comprendere il ruolo chiave delle città e le azioni specifiche che stanno implementando per la ripresa e lo sviluppo sostenibile.

Il fondamento di questo lavoro è dato dalle tre dimensioni delle città definite nella Nuova Carta di Lipsia: la Città Produttiva, la Città Verde e la Città Giusta. Pertanto, gli articoli mirano a mostrare pratiche ed esperienze su come diversi strumenti e finanziamenti europei possono aiutare le città ad affrontare strategicamente le loro sfide per lo sviluppo urbano lungo queste tre dimensioni.

Il primo articolo si concentra sulla dimensione della Città Produttiva, enfatizzando il ruolo che sta giocando la transizione digitale sulla partita dei posti di lavoro e delle competenze, soprattutto alla luce dello stress test presentato dalla pandemia di Covid-19. In particolare, presentando 5 casi studio dai quattro angoli dell’Unione, l’articolo esamina il modo in cui gli aspetti operativi della politica urbana europea hanno consentito alle città di rispondere alle conseguenze della digitalizzazione emerse con forza nell’ultimo anno.

1. Berlino

Il primo caso arriva dalla Germania e più specificamente dalla sua capitale. Come molte altre città, Berlino ha visto un aumento significativo dell’economia delle piattaforme online negli ultimi anni, accelerato dal Covid-19, apportando vantaggi rilevanti ma non garantendo necessariamente condizioni di lavoro stabili e dignitose ai lavoratori impiegati in questo settore. La città di Berlino ha svolto un ruolo attivo nella Partnership per l’Occupazione e le Competenze nell’Economia Locale dell’Agenda Urbana per l’UE. Ha guidato lo sviluppo della Mappa delle Competenze Digitali (Digital Skills Map/DSM) per incoraggiare la comprensione e il dialogo pan-europeo su come gli sviluppi del digitale stanno trasformando il mercato del lavoro. Ci sono attualmente 60 progetti da 14 paesi sulla mappa che coprono un’ampia varietà di attività dai cui poter attingere idee per lo sviluppo delle competenze, dando allo stesso tempo una dimensione locale e più vicina ai cittadini al dibattito europeo sul futuro del lavoro.

2. Porto

Spostandoci in Portogallo, nell’ultimo decennio la città di Porto si è affermata come polo di attrazione per gli investimenti, in particolare nel settore tecnologico. Questo trend mal si conciliava con i bassi livelli di competenze ICT di tutta l’area metropolitana di Porto. Per interrompere tale squilibrio e continuare ad attrarre imprese ed investimenti, sono state avviate iniziative come il Porto Tech Hub, un portale di collaborazione per le imprese locali del settore. Iniziativa più ambiziosa e in procinto di essere lanciata è l’osservatorio dei talenti digitali rivolto a datori di lavoro, lavoratori ed enti di formazione. Oltre a fornire un’istantanea dell’offerta e della domanda del mercato del lavoro digitale, l’osservatorio analizzerà le esigenze di competenze attuali e future, ed esaminerà altresì questioni correlate come salari e condizioni di lavoro.

3. Oulu

Più avvezza allo sviluppo tecnologico è la città di Oulu in Finlandia, per anni associata alla nota società di telecomunicazioni e telefonia mobile Nokia. La città è infatti da tempo riserva di talenti digitali di cui hanno beneficiato start up e imprese, divenendo un attore trainante della Partnership per la Transizione Digitale dell’Agenda Urbana per l’UE e dimostrando altresì che anche le piccole-medie città, e non solo le grandi aree metropolitane, sono in grado di dettare il passo sulle questioni digitali. Una delle azioni specifiche più interessanti co-progettate per aiutare le città a gestire il passaggio al digitale è stata la proposta di investire nella capacità delle città ora in fase di lancio con gli European Digital Innovation Hubs, che forniscono accesso a formazione e risorse finanziarie per beneficiare della prossima ondata di opportunità digitali, tra cui intelligenza artificiale, la robotica e la sicurezza informatica. Oulu è anche partner di DigiPlace, network guidato dalla città di Messina e che rappresenta una delle diverse reti URBACT per lo scambio e l’accelerazione dello sviluppo delle città.

4. Cluj-Napoca

Un caso di studio relativo ai paesi di più recente adesione arriva dalla città di Cluj-Napoca, la quale ha goduto negli ultimi anni dei più alti livelli di crescita economica in Romania. Cluj è riuscita ad ottenere il finanziamento di Urban Innovative Actions (UIA) per sostenere il suo progetto Future of Work destinato a preparare i cittadini e le imprese della città per il futuro cambiamento tecnologico e sociale. Il progetto comprende un mix di investimenti hard e soft per migliorare l’infrastruttura tecnologica ed aumentare le conoscenze e le competenze sui nuovi strumenti e processi digitali, soprattutto nel settore creativo e culturale, asset della città in rapida crescita, che ha però subito l’impatto della pandemia in modo significativo.

5. Rotterdam

Il passaggio ad un’economia digitale e decarbonizzata ha implicazioni significative per la città olandese di Rotterdam, il porto più grande d’Europa con storici legami con i settori dei combustibili fossili. Una delle pietre miliari della risposta della città a tale sfida è stato il progetto BRIDGE, anch’esso finanziato da UIA, il quale ha combinato perfettamente gli obiettivi di crescita economica sostenibile con l’inclusione sociale. Il progetto ha cercato di affrontare la povertà intergenerazionale incoraggiando i giovani della città a fare scelte professionali migliori e in linea con i settori industriali in crescita identificati dalla strategia locale. La chiave del successo di BRIDGE è stata la creazione di un’agenda condivisa in tre aree politiche chiave della città: istruzione, assistenza sociale e occupazione.

Questi cinque casi forniscono preziose informazioni su come le città stanno affrontando le sfide del lavoro, delle competenze e della digitalizzazione. Sebbene i pilastri dell’Agenda Urbana per l’UE non avrebbero potuto prevedere un tale shock, è evidente che il Covid-19 ha repentinamente accelerato cambiamenti che erano già in atto, e una delle sfide più importanti per il lavoro resta la necessità di garantire una maggiore connessione tra istruzione e lavoro, nonché lo sviluppo di competenze sempre più avanzate. In tal senso gli strumenti europei si stanno dimostrando validi alleati per lo sviluppo strategico delle aree urbane, le quali, data la prossimità ai cittadini e alle imprese, devono svolgere una ruolo centrale nella ripresa e nello sviluppo sostenibile.