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Addio modello “usa e getta”, dall’Europa nuove norme sull’economia circolare

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L’Europa abbandona il modello economico “usa e getta” e punta all’economia circolare. Meno rifiuti, aumento del riciclaggio, riduzione delle pratiche in discarica e maggiore uso di incentivi economici. Sono i punti principali delle nuove norme in materia di politica unionale di economia circolare approvate nei giorni scorsi dagli Stati Membri. Il punto di partenza sono state le proposte che la Commissione ha presentato nel dicembre 2015 nell’ambito del pacchetto sull’economia circolare. Le proposte sono ora parte integrante del corpus giuridico dell’UE e sono state definite “la normativa in materia di rifiuti più moderna al mondo, un campo in cui l’UE sta dando l’esempio che altri dovrebbero imitare.”

Il punto di arrivo sono gli obiettivi ambiziosi. In campo di riciclaggio di rifiuti urbani si parla del 55% entro il 2020 per arrivare al 65% nel 2035. Per quanto riguarda i rifiuti da imballaggio le percentuali aumentano al 65% entro il 2025 e al 70% entro il 2030. Per la raccolta differenziata si prevede che entro il 2022 si dovranno raccogliere separatamente i rifiuti domestici pericolosi, entro il 2023 i rifiuti organici ed entro il 2025 i tessili. Infine, il traguardo in riferimento alla riduzione del ricorso alla discarica: entro il 2035 i rifiuti urbani smaltiti in discarica dovranno costituire al massimo il 10% del totale dei rifiuti urbani prodotti.

Previsti inoltre incentivi per far emergere modalità innovative e più efficaci di produzione e di consumo. Le norme fissano criteri minimi relativi a un regime di responsabilità estesa del produttore, che preveda di ricompensare i produttori che commercializzano prodotti più verdi e ne incoraggiano il recupero e il riciclaggio alla fine del ciclo di vita.

Per l’Europa l’economia circolare è una sfida win-win: un documento UE stima che il pacchetto di misure produrrà risparmi annuali per le imprese pari a 600 miliardi di euro (l’8% del loro fatturato annuale), 580 mila nuovi posti di lavoro e un taglio di 450 milioni di tonnellate delle emissioni serra entro il 2030.

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