Tra il 2006 e il 2016 sono stati erogati 4,2 miliardi di euro con una media annua di 382 milioni a beneficio di 80.000 enti no profit come 5 per 1000. In Italia sono in media 12 mila (25% del totale) i contribuenti che si avvalgono di questo strumento per decidere il destinatario del loro contributo. E’ quanto emerge da uno studio effettuato dalla Banca Etica e pubblicato nel mese di luglio 2018.
Il 5 per 1000 sta registrando un sempre maggiore successo: dal 2006 al 2012 il numero complessivo dei donatori è aumentato del 37% arrivando nel 2016 a 14 milioni. Parallelamente si è registrato anche un aumento degli enti beneficiari del contributo. Nel periodo che va dal 2012 al 2016, il numero degli enti beneficiari è infatti aumentato del 29,8%, con tassi particolarmente alti in Puglia, Sicilia e Calabria. L’aumento degli enti beneficiari è accompagnato da una leggera diminuzione del valore medio degli importi erogati a favore delle organizzazioni.
Analizzando la distribuzione del 5 per 1000 rileviamo come il 60% dell’importo totale distribuito si concentri nelle regioni della Lombardia (37,86%) e del Lazio (20,11%), dove risiedono le maggiori organizzazioni non-profit e dove il movimento del volontariato è storicamente più sviluppato. Per quanto riguarda invece il numero degli enti beneficiari del 5 per 1000 troviamo la Lombardia al primo posto con 11.125 realtà, seguita con una notevole differenza dal Piemonte con 5.317 beneficiari e dal Veneto con 4.910. Il Lazio per numero di enti beneficiari scivola al quinto posto.
Chi sono i beneficiari? Al primo posto troviamo le associazioni di volontariato e non, che rappresentano il 56% degli enti e sono destinatarie del 53% dei contributi. Le associazioni sportive e dilettantistiche, ottengono risultati meno positivi rappresentando il 28% degli enti e ottenendo 4,8% dei contributi. Anche le cooperative sociali, pur rappresentando il 12% dei riceventi sono destinatari solo del 3% degli importi erogati. Le fondazioni invece presentano una relazione inversa: costituiscono poco più del 4% degli enti beneficiari ma ricevono il 36% delle risorse, di cui il 27% è destinato alla ricerca sanitaria. Infine, i comuni e le pro loco, rappresentando l’11% degli enti, raccolgono poco più del 3% delle risorse.