Oggi, 27 dicembre, è la Giornata internazionale della preparazione alle epidemie, istituita lo scorso anno dall’Assemblea delle Nazioni Unite.
Come esemplificato dall’attuale pandemia, le grandi malattie infettive e le epidemie hanno impatti devastanti sulle vite umane, generando gravi conseguenze anche sullo sviluppo sociale ed economico a lungo termine.
C’è un grande bisogno di aumentare la consapevolezza, lo scambio di informazioni, le conoscenze scientifiche e le migliori pratiche, l’educazione di qualità e i programmi di advocacy sulle epidemie a livello locale, nazionale, regionale e globale come misure efficaci per prevenire e rispondere in maniera rapida e adeguata.
Come fa notare il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres “il COVID-19 non sarà l’ultima pandemia che l’umanità dovrà affrontare. Le malattie infettive rimangono un pericolo chiaro e presente per ogni paese. Mentre rispondiamo a questa crisi sanitaria, dobbiamo prepararci per la prossima.”
La risposta europea alle epidemie
In questa giornata è allora opportuno evidenziare il ruolo dell’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).
Lanciata quest’anno, HERA aiuterà a prevenire, rilevare e rispondere rapidamente alle emergenze sanitarie.
Assicurerà anche che attrezzature, medicine, vaccini e altre contromisure mediche – come guanti e maschere – siano disponibili, quando e come necessario.
In risposta alla più recente variante Omicron, HERA ha già intrapreso diverse azioni:
- ha mobilitato il gruppo di esperti sulle varianti per consigliare sui vaccini e sulle misure di salute pubblica;
- ha trovato e incaricato tre laboratori europei per caratterizzare la variante Omicron;
- si è coordinata con i produttori di vaccini che stanno testando l’efficacia dei loro vaccini;
- ha sostenuto i paesi dell’UE nell’approvvigionamento congiunto della terapeutica, delle capacità di sequenziamento, nel tracciamento dei contatti e dello screening delle acque reflue.